A meno di ventiquattr'ore dal via libera della Camera alla legge che obbligherebbe la cinese ByteDance a vendere TikTok per non essere bandita dagli Usa, una cordata di imprenditori americani guidata da Steven Mnuchin, ex segretario al Tesoro di Donald Trump, punta a rilevare il social media. Ad annunciarlo è proprio Mnuchin, il quale spiega che si tratta di un «ottimo affare», e sta «mettendo insieme un gruppo di investitori per presentare un'offerta di acquisto». «Penso che la legge dovrebbe essere approvata e l'app dovrebbe essere venduta», dice a Cnbc sottolineando come, a suo avviso, un'attività come quella del popolare social (che ha 170 milioni di utenti negli Usa) deve essere americana: «Pechino non consentirebbe mai a una società statunitense di controllare qualcosa del genere in Cina».
L'ex segretario al Tesoro - che ora guida la compagnia di private equity Liberty Strategic Capital - non specifica chi potrebbe essere interessato all'iniziativa, ma ByteDance, che è a gestione privata, ha già importanti azionisti statunitensi, tra cui i giganti degli investimenti Kohlberg Kravis Roberts e General Atlantic, nonché Sequoia Capital della Silicon Valley. Anche l'hedge funder Jeff Yass è un importante investitore in ByteDance e viene segnalato dai media statunitensi come tra coloro che fanno pressione contro il disegno di legge. TikTok è finita nel mirino per il suo algoritmo e per come seleziona i contenuti, e Washington ritiene che la proprietà cinese del social conceda a Pechino la possibilità di raccogliere dati sugli americani e di influenzare l'opinione pubblica. Il Dragone, intanto, ha promesso di «adottare tutte le misure necessarie per salvaguardare risolutamente i suoi diritti e interessi legittimi». «Gli Stati Uniti dovrebbero veramente rispettare i principi di un'economia di mercato e di una concorrenza leale e smettere di reprimere ingiustamente le società straniere», ha affermato il portavoce del ministero del Commercio di Pechino He Yadong, lanciando un appello agli Usa affinché «forniscano un ambiente aperto, giusto e non discriminatorio per consentire alle aziende straniere di investire e operare».
Mentre il Ceo di TikTok, Shou Zi Chew, ha invitato gli utenti americani a «far sentire la loro voce» e mobilitarsi a tutela della popolare piattaforma di condivisione dei video in nome dei diritti costituzionali. E in Italia, l'Autorità Antitrust ha sanzionato TikTok per 10 milioni di euro dopo aver accertato che «risultano inadeguati i controlli della società sui contenuti che circolano sulla piattaforma, in particolare quelli che possono minacciare la sicurezza di soggetti minori e vulnerabili».
Inoltre, ha aggiunto, «questi contenuti vengono sistematicamente riproposti agli utenti a seguito della loro profilazione algoritmica, stimolando un uso crescente del social network». «Siamo in disaccordo con questa decisione», ha riposto un portavoce di TikTok, assicurando che «da tempo abbiamo ridotto la visibilità di tali contenuti agli utenti di età inferiore ai 18 anni».
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