«Libertà, libertà»: il grido di ristoratori, commercianti, partite Iva, titolari di palestre è riecheggiato nel pomeriggio per il centro di Roma. Un migliaio i manifestanti arrivati ieri per la manifestazione di «IoApro», non autorizzata e organizzata sui social. La questura non ha dato l'ok per piazza Montecitorio a causa delle norme anti Covid, che non prevedono assembramenti oltre le 100 persone. Eppure ieri di assembramenti ce ne sono stati eccome. Soprattutto in piazza San Silvestro, dove chi protestava si è riunito sin dal primo pomeriggio. «Toglietevi i caschi», ha inveito uno dei manifestanti contro alla polizia schierata in tenuta antisommossa.
«Non ne possiamo più, prima lavoravamo a tempo pieno, adesso se riusciamo a guadagnare un decimo di ciò che guadagnavamo prima è tanto. Ci stanno mandando al fallimento», ci spiega qualcuno prima che inizino i tafferugli. E c'è chi inizia a gridare «Draghi infame, governo ladro». Ma se da una parte la protesta pacifica dei ristoratori e dei commercianti, legittima e comprensibile, ha fatto capire come non sia più possibile aspettare a riaprire le attività, dall'altra il senso dell'evento ha rischiato di essere sminuito da chi, strumentalizzando, è arrivato a fare confusione. Il tam tam sui social, soprattutto dei gruppi romani di estrema destra, incitava a sfondare il cordone delle Forze dell'ordine e a raggiungere piazza Montecitorio. Intorno alle 15.30 il primo scoppio di quella che sembrava più una bomba carta che un petardo, come descritto da alcune testate. A più riprese un fragore ha investito le retrovie. Così poco dopo la polizia ha schierato il mezzo con l'idrante. Mentre le frange più violente hanno iniziato a tirare oggetti addosso a polizia, carabinieri e guardia di finanza. Un manifestante è rimasto lievemente ferito alla testa dal lancio di una bottiglia, mentre per tutto il tempo un elicottero della polizia ha sorvolato il centro, blindato in più punti. Da piazza del Popolo a piazza Colonna, in una via del Corso semivuota, la gente si allontanava per timore del caos.
In piazza nessun partito è sceso a dare man forte a chi protestava, ma in mezzo alla manifestazione si sono presentati nuovamente alcuni esponenti di CasaPound. «Basta, rovinate sempre la manifestazione», ha scritto qualcuno sui social. E in effetti poco dopo i tafferugli molti ristoratori si sono riversati pacificamente in piazza del Popolo, dove hanno preso le distanze dai più violenti: «Non vogliamo - ci hanno spiegato - che partiti o movimenti politici entrino a far parte della nostra protesta. Deve essere apolitica. Chi strumentalizza fa del male alla gente, chi usa la violenza delegittima le nostre sacrosante ragioni». Il leader della Lega, Matteo Salvini, ieri impegnato a Milano, non ha potuto essere presente. «Ma li ho sentiti ieri e oggi - ha spiegato -. Ci saranno incontri con ministri della Lega e li ho invitati alla calma e all'ordine. Ma vogliono solo lavorare». I pullman giunti nella Capitale da moltissime città italiane erano almeno 130. Tanta gente è arrivata in treno, altri manifestanti in auto. Diversi non sono riusciti a partire. Sono stati bloccati in stazione prima della partenza a causa delle norme anti Covid. Molti altri sono stati fermati alla stazione Termini, dove sono state identificate 13 persone provenienti dalla Sicilia, mentre di altre 39 sono state prese le generalità poco dopo un controllo al casello di Roma Nord. «Ho visto gente piangere sul treno - racconta una signora in viaggio da Milano -, non arriva più a fine mese e non sa come dare da mangiare ai figli. È triste». Qualcuno se la prende ancora con le forze dell'ordine, accusate di «non stare dalla parte del popolo», quando le divise non hanno fatto che mantenere l'ordine per evitare che la situazione degenerasse. E che le violenze siano arrivate da infiltrati appare chiaro. «La manifestazione - ha spiegato il portavoce dell'associazione nazionale funzionari di Polizia, Girolamo Lacquaniti - ha già registrato episodi di violenza e feriti tra appartenenti alle forze di polizia e operatori dell'informazione a cui va la nostra solidarietà. Quello che preoccupa - continua - è l'uso della violenza da parte di un gruppo di manifestanti in cui sono evidenti infiltrazioni di gruppi estremisti che nulla hanno a che fare col mondo del lavoro e della ristorazione in particolare».
Mentre il segretario generale del Siap Giuseppe Tiani sottolinea: «La polizia rende alla collettività, attraverso il mantenimento dell'ordine pubblico, un servizio che si rivela come l'indicatore della qualità democratica del Paese e della sensibilità civile del suo sistema politico di governo».
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