Il caso arriva in Parlamento. E costringe anche il sottosegretario con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti, a intervenire. Divampano le polemiche per la scelta del Trieste Running Festival, la manifestazione podistica che si terrà in città dal 3 al 5 maggio, di non ingaggiare corridori africani.
Il caso nasce dall'annuncio della Apd Miramar, l'organizzazione che promuove il festival e la 24esima maratona triestina, di dire "no" agli atleti africani "per combattere lo sfruttamento". In sostanza l'organizzazione intende combattere quei manager che "sfruttano" i corridori africani. "Arrivano sottopagati e trattati in maneira indecente rispetto al loro valore sportivo reale - spiega al tg3 Fabio carinim, presidente del comitato organizzatore - Ecco perché finché non cambieranno le cose chiameremo solo atleti europei". Dunque, se uno corridore africano volesse partecipare alla corsa potrebbe iscriversi senza problema. La questione riguarda solo i maratoneti "invitati", quelli di volere che hanno dei manager che alzano il livello della gara. Quelli africani - pur correndo spesso più veloci dei colleghi europei - spesso vengono sottopagati e "sfruttati", dice l'organizzazione, dai procuratori.
La decisione di non invitare i corridori del Continente nero, nata quindi con intenti positivi, si è trasformata però in una bufera cavalcata dalla sinistra. "Una mezza maratona per soli bianchi: pensavamo fosse un titolo che si sarebbe potuto leggere solo nell'Alabama del Ku Klux Klan ed invece è la cronaca di ciò che accade a Trieste", scrive su Facebook il vice-presidente del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, il dem Francesco Russo.
Sul caso si sono espressi quasi tutti i politici, in quella che sta diventando la polemica di giornata. "È una macchia per l'Italia nel mondo", scrive in una nota il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro. Dura anche Debora Serracchiani, che parla di un "segno di arretramento della civiltà, che questa città davvero non si merita": "Non c'è niente di peggio - attacca - che nascondersi dietro questioni di etica per scusare scelte che hanno connotazioni ed effetti discriminatori e indubbio sapore razzista". Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa, interpella invece la Fidal e il Coni: "Cosa pensano della decisione di organizzare una 'mezza maratona per soli bianchi'?". Il clima, dice la sinistra, è quello dell'apartheid.
La Fidal dal canto suo ha risposto con le parole di Fabio Pagliara. "Siamo la federazione che applica già uno ius soli molto avanzato - scrive sui social il segretario generale della Federazione italiana atletica leggera - dove l'uguaglianza e il rispetto sono l'assoluta normalità. Vigileremo con la massima attenzione, verificando i fatti e le motivazioni". La Federazione dunque apre un fascicolo e il caso, in attesa di chiarimenti, approda anche in Parlamento. "Sbagliato escludere gli atleti africani - dice Giorgetti, che allo sport ha le deleghe - Non è così che si risolvono i problemi. Ma attenzione perchè il malessere esploso a Trieste nasconde l'ennesimo sfruttamento, quelli che chiamo gli scafisti dello sport. Aprirò subito un'indagine interna per quanto riguarda le mie competenze. Ascolterò tutte le parti in causa per fare chiarezza".
Intanto arriva, puntuale, la dichiarazione di Luigi Di Maio. Che nell'infinito derby tra Lega e M5S sembra prendere le distanze dal sottosegretario: "È giusto combattere lo sfruttamento dei corridori africani, il professionismo è professionismo sempre e come tale deve essere retribuito, ma non è così che si fa, non è escludendoli da una gara che si combatte il problema". Per il vicepremier grillino in questo modo "il problema si aggrava e la vicenda in sè per come sta emergendo rasenta la follia".
Alla fine, il patron del Trieste Running Festival, Fabio Carini, ha precisato: "Dopo avere lanciato una provocazione che ha colto nel segno, richiamando grande attenzione su un tema etico fondamentale, contrariamente a quanto comunicato ieri, inviteremo anche atleti africani. L'invito agli atleti africani giungerà come abbiamo fatto con quelli europei, lavorando con quei procuratori che siano in grado di garantire e certificare un comportamento trasparente e tracciabile. Ho sollevato un problema che esiste e che per ipocrisia viene spesso ignorato dagli organizzatori di eventi di running: lo sfruttamento di atleti africani da parte di procuratori che si arricchiscono alle loro spalle.
Riconosco che avremmo dovuto sollevare il problema in tempi e modi diversi, ed è quello che faremo. Sono dispiaciuto per le reazioni che questa scelta ha sollevato, mi scuso con coloro che si sono onestamente sentiti offesi ma certamente non condivido le strumentalizzazioni politiche che sono state fatte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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