Marino prepara lo sgambetto al Pd: "Correrò anch'io alle primarie"

Il sindaco dimissionario: "Non ho mai rubato un euro, Roma vuole che resti". E su papa Francesco: "Con il registro delle unioni civili mi sono fatto molti nemici..."

Marino prepara lo sgambetto al Pd: "Correrò anch'io alle primarie"

"Se si faranno le primarie nel Pd, è possibile che ci sia anch’io". Ignazio Marino medita vendetta. E prepara uno brutto tiro a Matteo Renzi e a quel Pd che, dopo lo scandalo sugli scontrini, lo ha scaricato. In una intervista a Repubblica spiega di non aver ancora deciso se confermare le proprie dimissioni.

"La legge mi dà 20 giorni per verificare se la mia esperienza è davvero finita o se ci sono le condizioni per rispettare il partito che mi ha eletto alle primarie con il 52%, parlo del Pd e di Sel, e al ballottaggio con il 64%", mette in chiaro il sindaco dimissionario di Roma. Che racconta: "Mi sono dimesso perché volevo andare dai magistrati senza alcuna protezione formale". Ma ribadisce di non aver mai "usato denaro pubblico a fini privati". "Io sono un nativo del Pd, e penso che questa sia una crisi politica, che vada riportata dentro i confini della politica. È una questione che deve essere valutata dal Pd - afferma Marino ai microfoni di Repubblica - questa è la sfida della mia vita, e io voglio vincerla. Ma tocca agli eletti dal popolo, alla mia maggioranza, dirmi se questa esperienza deve proseguire o deve essere interrotta". Non un mea culpa. Non solo Marino non ammette di aver pasticciato con gli scontrini, ma addirittura rivendica di aver capitanato bene il Campidoglio. Due affermazioni che sono smentite dalla stessa evidenza dei fatti.

"La città ha capito che con me sono stati cacciati i criminali che erano qua dentro - dice - le persone che incontro per strada mi chiedono di non interrompere questa esperienza". I sondaggi dicono che la sua lista farebbe un gran disturbo al Partito democratico. Lo danno tra il 5 e il 7%. Abbastanza da fare uno sgambetto al futuro candidato piddì. "Ho grande rispetto per chi, come Renzi, sta cercando di cambiare questo Paese - assicura - però mi permetto di dire che non capita tutti i giorni che 50mila persone firmino una petizione per chiedere al sindaco di restare". E, proprio sulla vicenda degli scontrini stornati sulle casse comunali, Marino dice che "forse è stato un errore", in attesa di essere ascoltato dalla procura, non aver convocato una conferenza stampa per contestare quanto veniva sollevato: "Ma non volevo che i magistrati leggessero sui giornali ciò che io non avevo ancora raccontato a loro". Il sindaco nega poi di aver stipulato una polizza contro le richieste di risarcimento danni: "Ho compilato il modulo ma poi ho deciso di non procedere con la richiesta".

Nell'intervista a Repubblica non manca, infine, di tornare per l'ennesima volta sulla figuraccia

fatta con papa Francesco. "Con il registro delle unioni civili mi sono fatto molti nemici - dice - ma non mi permetto neanche lontanamente di dire che ci sia un collegamento tra le due cose".

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