Per Maroni è finito il tempo di Salvini: "Ci vuole un nuovo segretario"

L’ex ministro del Carroccio guarda già al futuro: c’è l’esigenza di individuare una figura credibile come leader del partito

L'ex ministro leghista Roberto Maroni
L'ex ministro leghista Roberto Maroni

Che sia partita la resa dei conti all’interno della Lega nessuno ha più dubbi. L’esito negativo alle elezioni del 25 settembre, a vantaggio degli alleati di Fratelli d’Italia, ha alimentato malumori in seno al Carroccio. Nulla di eclatante, comunque, almeno per il momento ma, a caldo, serpeggia un clima di insoddisfazione che si sta allargando a macchia d’olio. Nessuno lo dice, però nelle stanze segrete le critiche nei confronti del leader del partito, Matteo Salvini, si fanno sempre più pressanti. Chi si è esposto in prima persona è l’ex segretario e ministro leghista Roberto Maroni, il quale ha commentato il risultato delle ultime elezioni politiche nella rubrica di Barbara Foglianti sul quotidiano Il Foglio.

“Ora – ha scritto Maroni – si parla di un congresso straordinario della Lega. Ci vuole. Io saprei chi eleggere come nuovo segretario. Ma, per adesso, non faccio nomi. Stay tuned”. Parole nette, che non lasciano alcuna possibilità di fraintendimento. Per l’ex ministro Salvini rappresenta già il passato, poiché c’è l’esigenza di individuare un nuovo leader della Lega. È ancora presto per individuare la figura giusta, ma il passaggio di Maroni è significativo. L’ex capo del Carroccio, in ogni caso, è soddisfatto dell’esito elettorale.

“La vittoria è netta. Svanisce quella che per il centrodestra era l'unica paura e per il centrosinistra l'ultima speranza – ha continuato – non ci saranno incertezze in Parlamento. La Meloni potrà contare sulla maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato”. Maroni è convinto che Giorgia Meloni riceverà dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'incarico di formare il nuovo governo. “Anche se è la prima volta che una donna diventa presidente del Consiglio? La Meloni – ha concluso l’ex ministro – ce la farà di sicuro.

A un passo anche dalla maggioranza dei 3/5 dei senatori e dei deputati, quorum sufficiente per fare da soli nomine importanti (Csm, Corte costituzionale). Una doppia maggioranza in Parlamento abbatte ogni possibile ostacolo sulla strada della Meloni verso Palazzo Chigi”.

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