«La ricostruzione del quotidiano Il Fatto relativa a un nesso causale fra le scelte politiche di Forza Italia e un possibile interessamento del gruppo Mediaset alla partecipazione a una costituenda società a controllo pubblico per gestire la rete Internet a banda larga, è destituita di qualsiasi fondamento». Ma, soprattutto, si legge in una nota della segreteria di Silvio Berlusconi, «non vi è comunque alcuna disponibilità a fornire un sostegno politico al governo Conte».
La smentita ormai ha una cadenza quotidiana, Lo schema è antico: legare i destini politici di Forza Italia a quello delle aziende della famiglia Berlusconi. Nel caso in questione non ci sono né le decisioni aziendali, né le scelte politiche, quindi è un doppio incrocio di supposizioni ed eventualità, ma tant'è, in questa fase di sofferenza e con i numeri sempre più ridotti al Senato, il «corteggiamento» - vedi le parole di Romano Prodi per il quale «non è certo un tabù l'ingresso di Forza Italia in maggioranza. La vecchiaia porta saggezza», riferita al leader azzurro - o gli attacchi assumono le forme più diverse.
«Dal 1994, con l'abbandono di tutte le cariche sociali, Berlusconi non si occupa in alcun modo delle scelte strategiche o operative delle aziende. Tantomeno quindi ha mai fatto dipendere o in qualsiasi modo collegato le proprie scelte politiche a considerazioni che riguardano le aziende». Nella nota si osserva anche che «non vi è alcun interesse del gruppo Mediaset a una partecipazione come quella ventilata dall'articolo. Per quanto riguarda il rapporto con Vivendi essa è validamente seguita da parte dei legali incaricati da Fininvest e Mediaset senza che, anche in questo caso, il presidente Berlusconi interferisca o partecipi in alcun modo». In ogni caso non bisogna scambiare «la disponibilità alla collaborazione istituzionale con un atteggiamento benevolo, oggi o in futuro, verso l'attuale maggioranza. Forza Italia, è in prima linea nell'evidenziare l'inadeguatezza dell' esecutivo e della formula politica e nel chiedere di restituire la parola agli italiani».
Le reazioni azzurre alle parole di Prodi sono di stampo diverso. Per Giorgio Mulè «è come la folgorazione di San Paolo sulla via di Damasco. Qualcuno dirà che parla così perché punta al Quirinale, io non lo credo assolutamente». Per Renata Polverini «le sue dichiarazioni ci richiamano a una politica che vola alto. Ciò che unisce le forze politiche non può essere rappresentato da un perimetro sempre più logoro». Per Licia Ronzulli «quella di Prodi è un'ipotesi del terzo tipo dell'irrealtà». Marco Marin usa toni netti: «I nostri voti non sono in vendita. Forza Italia è saldamente nel centrodestra di cui è il collante politico». E Mariastella Gelmini guarda all'autunno in cui si prefigurano rischi di tensioni sociali, rischi legati anche «all'inadeguatezza e alla lentezza del governo. Figurarsi farne parte». Nel giorno in cui Forza Italia incassa il plauso del nemico di sempre, c'è anche una novità politica.
«Fabrizio Ciarapica, sindaco civico di Civitanova Marche, è entrato ufficialmente in Forza Italia. Per noi è motivo di grande orgoglio» annuncia Francesco Battistoni, commissario di Fi nelle Marche. E in serata lo stesso Berlusconi scrive a Ciarapica per rivolgergli il suo «più caloroso benvenuto».
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