Il mega cargo si incaglia nel Canale di Suez. Traffici globali in tilt

La nave portacontainer vittima del vento: stop al 12 per cento del commercio mondiale

Il mega cargo si incaglia nel Canale di Suez. Traffici globali in tilt

Ore 7 e 40 del mattino, martedì. Il cargo «Ever Given», un bestione lungo 400 metri e largo 59, fa rotta verso Nord nel Canale di Suez, attraversato da forti venti e una tempesta di sabbia. Scarsa visibilità, forse una folata ancora più forte, fatto sta che vira di colpo, si mette di traverso nello stretto specchio d'acqua, e si arena, incastrato fra le due sponde. Il mega-container, 200 mila tonnellate di stazza, costruito nel 2018 e gestito dalla compagnia di trasporti taiwanese Evergreen Marin ma registrato a Panama, stava navigando dalla Cina verso Rotterdam, nei Paesi Bassi.

É una delle più grandi navi oceaniche del mondo. Può spostare più di 20 mila container ed è più alto dell'Empire State Building se messo in posizione verticale. Otto rimorchiatori stanno lavorando per disincagliarlo ed enormi scavatori a terra hanno rimosso la sabbia dal punto in cui è incuneata la prua. I ritardi però aumentano il rischio di congestione nei porti europei. Potrebbero infatti essere necessarie ore se non giorni per rimuoverlo.

Il Canale di Suez - costruito tra il 1859 e il 1869 - è una delle principali vie d'acqua e passaggio vitale tra il Mediterraneo e l'Oceano Indiano. L'incidente ha bloccato tutto il traffico su una delle arterie marittime più trafficate del mondo. Circa il 12 per cento del commercio globale vi passa attraverso, e il Canale fornisce il collegamento marittimo più breve tra l'Asia e l'Europa. Ogni giorno, circa 50 navi navigano attraverso le sue 120 miglia di lunghezza. Quasi 19 mila imbarcazioni con una stazza di 1,17 miliardi di tonnellate vi sono passate durante il 2020. Ora una flottiglia di navi aspetta di riprendere i viaggi in entrambe le direzioni. Anche se la nave viene spostata rapidamente, molte navi potrebbero comunque subire ritardi per giorni. Sono più di 100 le navi in attesa di transitare nel canale.

L'ingorgo arriva in un momento particolarmente difficile per le linee di fornitura globali a causa dei rallentamento dovuto alla pandemia da coronavirus. Il Canale di Suez è una rotta commerciale fondamentale per le petroliere che trasportano greggio e gas naturale, insieme alle navi che spostano beni di abbigliamento, elettronica e macchinari pesanti dall'Asia all'Europa e viceversa. I prezzi internazionali del greggio infatti per questo incidente sono già aumentati di oltre il 2 per cento. Molti cargo potrebbero deviare verso il Capo di Buona Speranza in Africa per evitare imbottigliamenti. Ma qualsiasi blocco prolungato avrebbe gravi conseguenze: potrebbe influenzare i prezzi del petrolio e le tariffe di spedizione fino a costringere le navi portacontainer a prendere la rotta molto più lunga intorno all'Africa.

L'incidente è una sfida significativa anche per il governo del presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. Il Cairo ricava infatti miliardi di dollari di entrate dal canale ogni anno e lo considera come un proprio fiore all'occhiello nei rapporti globali. L'Egitto ha anche scavato una nuova corsia lungo il canale. Un imponente progetto da 8 miliardi di dollari completato nel 2015. Il governo di Al Sisi ha salutato l'ampliamento come un risultato storico e un simbolo della rinascita nazionale dopo il caos scatenato dalla Primavera araba del 2011.

Ma nel frattempo sul Canale sembra che il tempo si sia fermato.

Julianne Cona, ingegnere di New York, che si trova lì ha pubblicato una foto e scritto: «La nave di fronte a noi si è arenata mentre attraversava il canale e ora è bloccata lateralmente. Sembra che potremmo restare qui ancora per un po'»

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