Meglio non perbene che di sinistra

Se a sinistra "persona perbene" è sinonimo di razzismo, allora meglio stare dall'altra parte. Con i non perbene

Meglio non perbene che di sinistra

Onorevole Ileana Argentin. Presente. Allora, chi vorrebbe sul Colle? Risposta: «Il presidente della Repubblica deve essere una persona perbene e per me una persona perbene non sta a destra. Io non la voterò mai. Troviamo uno di noi».

Sgradevole. Ma l'onorevole Argentin ha il pregio di dire la verità su quello che nel Pd tutti pensano e teorizzano. Altro che patto del Nazareno. Renzi potrebbe dire, come ha detto, che questo è il pensiero di una singola parlamentare, una sola veltroniana (veltroniana, appunto. Neppure civatiana). Ma sbaglia. Molti nel suo partito sono malati dello stesso virus. Solo che si sono fatti furbi e certe cose le dicono solo in terrazza dopo un bicchiere di vino con gli amici. Insomma, si va a votare il nuovo presidente con il solito spirito apocalittico, quello che divide i buoni dai cattivi. E i buoni naturalmente sono sempre loro. La razza superiore. Sono cresciuti così e ormai non li cambi più. Non ti dicono un nome, ma al momento giusto sono pronti a gridare chi non voterebbero mai.

Troppo facile allora dire «presidente condiviso». Che vuol dire condiviso? E, soprattutto, condiviso da chi? Magari qualcuno sta pensando a un presidente eletto a larga maggioranza, oppure uno al di sopra delle parti, oppure uno che non dispiaccia a nessuno, i più maligni penseranno a un uomo senza qualità, altri a una figura alta e nobile, o addirittura nazional-popolare. Quando si va poi al voto, al momento in cui scrivi dietro il paravento in stile Ottocento di Montecitorio, condiviso è quello che serve ai propri interessi o ai soliti pregiudizi. In poche parole: presidente condiviso vuol dire condiviso dalla sinistra.

Quindi l'onorevole Argentin voterebbe a cuor leggero un Buzzi, un Odevaine, un Lusi, un Genovese, un Penati, ma non voterebbe mai Antonio Martino, il candidato di bandiera di Forza Italia. Adesso ci vuole davvero coraggio per sostenere che il professor Martino non sia una persona perbene.

Il parlamentare Pd classico potrà dire che non condivide il suo liberismo. Ma niente altro. Tutto il resto è pregiudizio e «razzismo» politico. E se a sinistra «persona perbene» è sinonimo di razzismo, allora meglio stare dall'altra parte. Con i non perbene.

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