Meloni al Consiglio Ue preme per accelerare sui rimpatri di migranti

Oggi la premier alle Camere, sul tavolo anche Kiev e Siria. Mattarella: il diritto di asilo è nella Costituzione

Meloni al Consiglio Ue preme per accelerare sui rimpatri di migranti
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Il sostegno all'Ucraina, il nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, la crisi in Medioriente, la caduta del regime di Assad in Siria, la gestione dei flussi migratori: l'agenda del vertice dei capi di governo Ue è fitta di dossier impegnativi. Toccherà stamattina alla premier Giorgia Meloni illustrarli, nel consueto appuntamento con le Camere che precede la riunione del Consiglio europeo di giovedì. Garantendo innanzitutto (anche davanti a divisioni e incertezze del centrosinistra) il «convinto sostegno all'eroica resistenza e alla legittima difesa dell'Ucraina», il cui leader Zelensky incontrerà mercoledì sera a Bruxelles, prima del Consiglio, tutti i suoi omologhi europei.

Ma la questione immigrazione resta in cima alla lista delle «priorità italiane» da mettere sul tavolo del summit, come ha ribadito la premier anche nel recente colloquio telefonico con l'appena insediato presidente del Consiglio europeo, il portoghese Antonio Costa. Meloni ha sottolineato «l'esigenza che l'Unione possa contare su un quadro giuridico sempre più efficace per la gestione ordinata delle domande di asilo e delle procedure di rimpatrio dei migranti irregolari». Esigenza che verrà ricordata anche oggi nella presentazione dei temi del Consiglio: lo scorso summit, a metà ottobre, si era concluso con la richiesta di mettere a punto «con urgenza» una nuova direttiva per accelerare i rimpatri degli immigrati irregolari, e su questo il governo italiano è intenzionato a insistere. Tanto più dopo l'apertura esplicita della presidente della Commissione Ursula von der Leyen all'utilizzo di potenziali «return hubs», ossia centri di rimpatrio collocati fuori dai confini della Ue, sul modello del protocollo sottoscritto dal governo italiano con l'Albania. Meccanismo in quell'occasione condiviso anche da paesi come Bulgaria e Olanda. E secondo fonti diplomatiche europee, il Consiglio Ue di giovedì potrebbe essere preceduto da un incontro informale dei paesi interessati alle cosiddette «soluzioni innovative» per il governo dei flussi.

Intanto, la fine della sanguinaria dittatura di Assad ha portato finora 12 paesi europei, Italia inclusa, a sospendere le richieste di asilo dei rifugiati siriani, nella speranza che possano in gran parte rientrare in patria. Proprio sul diritto di asilo è intervenuto ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricordando che la Costituzione lo garantisce «per lo straniero cui venga impedito nel suo paese l'esercito delle libertà democratiche», e sottolineando il ruolo delle «Corti di giustizia a tutela dell'applicazione degli ordinamenti».

Oggi Meloni tornerà a sottolineare «l'impulso fondamentale» dato dall'Italia nell'approccio della nuova Commissione alla questione migranti, con riferimento soprattutto al Mediterraneo: a suo parere si sta consolidando «un cambio di postura e di attenzione dell'Europa verso il fianco Sud e rispetto al governo dei flussi migratori», un cambio, testimoniato anche dal sostegno agli accordi italiani con Tunisia e Egitto, «che ci fa ben sperare per il futuro», ma che «va consolidato» sia per contrastare l'immigrazione illegale che per «rendere più efficaci i canali di migrazione legale».

L'Europa, ha ricordato ieri la premier nel suo messaggio alla Conferenza degli Ambasciatori d'Italia, deve darsi un «ruolo strategico» nel nuovo contesto internazionale, in cui «non esistono più i blocchi omogenei» e cambia la «interdipendenza tra Nord e Sud del mondo»: il cosiddetto piano Mattei per l'Africa può diventare «un tassello fondamentale di questo nuovo approccio». Sottolineato anche da Mattarella come «una sfida di grande portata, che valorizza il contributo italiano allo sviluppo del continente africano».

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