«Non lasciateci soli. È in gioco la sicurezza dell'Europa». All'indomani del viaggio in Libia in cui ha rilanciato la centralità della cooperazione e dei rapporti economici con il Mediterraneo, Giorgia Meloni accoglie a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Un'occasione per tornare a presentare le istanze dell'Italia sull'immigrazione a pochi giorni dal consiglio europeo del 9 e 10 febbraio. Un appuntamento in cui si discuterà di «sfide cruciali» che potrebbero segnare il futuro dell'Unione europea «per i prossimi dieci anni», puntando sui temi principali che saranno, oltre al conflitto in Ucraina, l'immigrazione e la risposta europea all'Inflation reduction act degli Stati Uniti.
«La presenza di Michel è un segnale di attenzione verso l'Italia. Servono risposte strutturali a partire dalla difesa dei confini dell'Unione», dice Meloni. «A nessuno conviene dividersi su questo, significherebbe fare un favore ai trafficanti di esseri umani. Sull'immigrazione riteniamo che sia fondamentale avanzare con urgenza verso una soluzione europea per un problema che è europeo. Ci deve essere consapevolezza che l'Italia non può affrontare da sola questa materia che è legata, in particolar modo oggi, alla sicurezza. Su questo mi sembra ci siano segnali buoni e importanti punti di contatto».
Di fronte a questi rilievi, il presidente del Consiglio europeo ammette che lo sforzo di Bruxelles non è all'altezza delle aspettative. «La percentuale di rimpatri e riammissioni» di migranti «non è sufficiente» dice Michel. «Siamo molto mobilitati per sostenere la difesa e la tutela delle frontiere esterne dell'Ue e dell'Italia, che sono anche le frontiere esterne dell'Europa. Per essere efficaci dobbiamo essere mobilitati nella cooperazione con i Paesi terzi, di origine e di transito». Michel sta lavorando alla preparazione del Consiglio europeo. La prima bozza di conclusioni discussa mercoledì dagli ambasciatori degli stati membri, è stata rispedita al mittente. Gli sherpa ora hanno una settimana per rielaborare il testo. Nel suo tour, Michel domani sarà a Parigi per incontrare Emmanuel Macron. Giorgia Meloni, invece, è pronta a parlarne a Berlino venerdì prossimo in occasione della sua prima visita ufficiale al cancelliere Olaf Scholz, ma anche nella rapida visita che nella mattinata dello stesso giorno farà a Stoccolma, così come non è ancora esclusa una missione a Parigi in prossimità del Consiglio Ue. La Svezia d'altronde è presidente di turno dell'Ue e sui migranti ha più volte fatto muro rispetto a possibili modifiche degli attuali trattati, quegli stessi trattati che di fatto condannano l'Italia alla gestione in solitaria o quasi del problema degli sbarchi.
Sull'economia il Consiglio discuterà il rafforzamento della competitività dell'industria europea. L'Italia è contraria a un allentamento massiccio delle regole sugli aiuti di Stato, a meno che non ci siano fondi europei a disposizione dei paesi che posso utilizzare meno la leva fiscale, con programmi costruiti sulla falsariga di Sure e del Next Generation Eu. «Per l'Italia serve cautela sul tema perché l'obiettivo deve essere quello di sostenere le imprese senza rischiare di indebolire il mercato unico. Bisogna assicurare parità condizioni».
Come? «Crediamo che serva anche il coraggio di realizzare strumenti come un fondo sovrano europeo per sostenere gli investimenti, per proteggere la sovranità economica, industriale, tecnologica del nostro continente. Chiaramente è una materia sulla quale non sarà facilissimo accordarsi subito, ma è importante andare verso quella direzione».
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