Meloni: "Noi sempre con l'Ucraina. Ma serve una prudenza maggiore"

La premier striglia Stoltenberg e Macron: "Parole irresponsabili per qualche voto". Crosetto: "Aiuti con l'obiettivo tregua". La Lega si smarca: censura alla Nato in Aula

Meloni: "Noi sempre con l'Ucraina. Ma serve una prudenza maggiore"
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Prudenza, prudenza. È la parola del giorno, quella che Giorgia Meloni pronuncia più volte, quella che ripete come un mantra. «Non so perché il segretario generale della Nato abbia detto una cosa del genere. Il mio consiglio è che bisogna essere molto più prudenti». Gelida, la faccia seria, la premier appare in tv all'ora di pranzo e stronca così sul nascere l'idea di consentire a Zelensky di usare le armi degli alleati per colpire obbiettivi militari in territorio russo. Troppo rischioso, infatti Mosca già minaccia ritorsioni nucleari. Troppo oltre il mandato. «Dobbiamo essere fermi nel difendere l'Ucraina, senza dare segni di cedimento. Sono state tante in questi mesi le dichiarazioni discutibili, ricordo Macron: serve, appunto, maggiore prudenza. Ciò non toglie che l'Ue e la Nato continuino il sostegno a Kiev per costruire la pace». Cautela inoltre quando si dice che l'Europa è sull'orlo di un conflitto più ampio, «un giochino irresponsabile per raggranellare qualche voto».

E attorno alla linea della prudenza la Meloni cerca di tenere compatti il governo e le diverse anime della maggioranza. Anche la Lega. «Mai attacchi alla Russia, Stoltenberg non può parlare a nome del popolo italiano, se vogliono combattere ci vadano i bombaroli come Macron - il commento di Matteo Salvini - Ora o ritratta o si scusa o si dimette». E il Carroccio, spiegano da via Bellerio, sta per depositare «un ordine del giorno o un'interrogazione parlamentare per censurare le parole di guerra del segretario generale della Nato». Un atto formale, primo firmatario Claudio Borghi, che costringerebbe gli altri partiti del centrodestra a prendere posizione.

Ma la fuga in avanti di Stoltenberg è andata di traverso pure alla parte più atlantista della maggioranza. «Lui non è il capo, è il segretario generale di un'organizzazione - dice il ministro della Difesa Guido Crosetto - e quando vuole prendere una posizione deve farlo riunendo e facendo votare i leader delle nazioni». E poi, al di là della forma, «in questo momento è sbagliato aumentare la tensione già drammatica, semmai occorre aiutare l'Ucraina a difendersi lasciando aperta la possibilità di costruire una tregua». Chiude anche Antonio Tajani. «Siamo parte integrante della Nato però ogni decisione deve essere presa in maniera collegiale». Niente escalation. «Lavoriamo per la pace. Noi non manderemo un solo soldato a Kiev - assicura il ministro degli Esteri - e gli strumenti militari spediti dall'Italia dovranno essere usati all'interno dell'Ucraina».

Mancano solo due settimane dal voto europeo e tutti hanno la necessità di distinguersi, soprattutto in politica estera. Ma non si possono rovesciare i ruoli, precisa Meloni a in Mezz'ora su Rai Tre. «Sembra quasi che chi sostiene l'Ucraina vuole la guerra e chi no la pace. Io la penso al contrario. Se noi avessimo consentito quel conflitto imperialista, poi sarebbe arrivato ancora più vicino a noi. Perciò chi aiuta Kiev sta fermando la guerra». Stessa storia per il Medio Oriente. L'appoggio a Tel Aviv e la condanna di Hamas e del terrorismo non sono in discussione. «Tuttavia ritengo che si debba chiedere a Israele di rispettare il diritto internazionale. Quello che io vedo è che lo Stato ebraico si sta infilando nella trappola che i fondamentalisti avevano preparato, costringendolo a una dura rappresaglia e all'isolamento internazionale». L'Italia è quindi per un cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi «scongiurando l'ingresso dell'esercito a Rafah e rafforzando l'autorità nazionale palestinese». Ma ricordiamo che «il responsabile di questa crisi è Hamas».

Intanto, a Bruxelles l'obbiettivo della Meloni e di cambiare gli equilibri, mandando la

sinistra all'opposizione. Marine Le Pen? «Non sta a me conferire patenti di presentabilità». Comunque «mai con i socialisti». Il resto si vedrà, dipenderà dai risultati. «Ursula? Ci lavoro bene, è meglio della sua maggioranza».

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