Meno evasione con la cedolare secca. Lo dice il governo (che vorrebbe abolirla)

Un rapporto del Mef: sugli affitti aliquota tagliata, ma il gettito è cresciuto

Meno evasione con la cedolare secca. Lo dice il governo (che vorrebbe abolirla)

Abbassare le tasse fa bene al contribuente, ma anche al fisco che incassa di più e con meno sforzi. Considerazione ovvia per molti, non per molti esponenti della maggioranza al governo.

Eppure dai documenti ufficiali dello stesso esecutivo emerge come il tax gap, cioè la differenza tra le tasse dovute e quelle effettivamente pagate dai contribuenti italiani, si stia riducendo. Quindi c'è meno evasione. Non solo questo risultato è dovuto anche a certe forme di tassazione separata, come la cedolare secca sugli affitti. Una sorta di flat tax sui redditi da locazioni, molto amata da proprietari e inquilini.

Tra i documenti allegati alla Nadef, documento del governo che aggiorna le stime e prepara il terreno per la legge di Bilancio, uno è dedicato all'economia sommersa.

La presunta perdita di gettito sugli affitti è stata di 0,76 miliardi di euro nel 2013, è cresciuta a 1,2 miliardi nel 2015 per poi scendere a 0,69 miliardi nel 2018. In somma l'attuale tax gap è dell'8,4%, rispetto al 15% de 2015. Una tendenza che mostra «un cambiamento nei comportamenti dei contribuenti, orientati verso una maggiore compliance fiscale», spiega lo stesso documento. Per quanto riguarda gli effetti del regime fiscale separato, «nonostante l'introduzione dell'aliquota ridotta (al 21% quella ordinaria, fino al 10% per le locazioni concordate, ndr) il gettito derivante da locazioni non ha presentato flessioni di rilievo nel corso del tempo. Se, infatti, si calcola il rapporto tra il gettito dichiarato e il Pil, si osserva che quest'ultimo oscilla su valori attorno a 0,5% (era pari allo 0,4% nel 2011)».

In sostanza il Ministero dell'Economia guidato da Roberto Gualtieri ammette che un regime fiscale separato non ha ridotto il gettito e ha fatto emergere il sommerso.

L'introduzione della cedolare anche agli affitti turistici, in vigore dai redditi 2017, ha peraltro ridotto l'evasione sulle locazioni brevi.

Peccato che lo stesso governo abbia cercato di limitare le locazioni turistiche, prevedendo l'obbligo del regime imprenditoriale dopo quattro immobili.

Peccato che dentro l'esecutivo ci sia anche chi vuole eliminare i regimi fiscali speciali. E che fino ad oggi nessuno sia ancora riuscito ad attuare la promessa di estendere la cedolare secca anche agli affitti commerciali. «I dati danno invece una ragione in più per farlo», spiega Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. «A causa della pandemia commercio e ristorazione sono in crisi. Estendere la cedolare permetterebbe di ridurre la quota di canone che va allo Stato, consentendo a proprietari e commercianti maggiori margini di contrattazione».

Oltre alla

riduzione del tax gap, ieri l'Agenzia delle Entrate guidata da Ernesto Maria Ruffini (nella foto) ha registrato l'aumento delle dichiarazioni precompilate inviate dai contribuenti: 3,9 milioni quest'anno, contro i 3,3 del 2019.

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