Merkel in campo contro gli antisemiti

Lanciata un'iniziativa di ascolto e solidarietà verso gli ebrei. Sempre più nel mirino

Merkel in campo contro gli antisemiti

Berlino - «Lo scopo del nostro progetto è rendere la vita ebraica in Germania più visibile». È stata la stessa Angela Merkel ad annunciare l'avvio di Von Schabbat zu Schabbat (traduzione «da sabato a sabato»), un'iniziativa per combattere l'antisemitismo. Nel suo messaggio video ai cittadini tedeschi, Merkel non parlava questa volta in veste di cancelliera ma quale leader della Cdu, il partito di maggioranza relativa e una delle due gambe della grande coalizione varata lo scorso marzo. Negli ultimi mesi, Berlino e la Repubblica federale hanno fatto da teatro a una serie crescente di atti di intolleranza antiebraica. Bambini ebrei insultati e picchiati nelle scuole, adulti presi a cinghiate per strada per aver indossato la kippah (il copricapo ebraico), cori violenti di arabi e turchi contro gli ebrei, ristoratori israeliani aggrediti all'ingresso dei loro stessi ristoranti. La Cdu non ci sta, ha detto Merkel, ribadendo il netto rifiuto per la Judenhass, l'intolleranza antiebraica. La cancelliera non è nuova a iniziative del genere. Già nel settembre del 2014 si era fatta promotrice di una manifestazione contro l'antisemitismo sotto la Porta di Brandeburgo. Erano stati i soliti violenti cori antiebraici scanditi da immigrati musulmani pieni di odio per Israele e per gli ebrei a spingere la leader della Cdu all'iniziativa.

Questa volta c'è qualcosa di più. Questa volta Angela Merkel ci mette la propria faccia. Forse perché da allora la Germania è cambiata proprio per la sua volontà. È stata la cancelleria a dare asilo fra il 2015 e il 2016 a un milione di profughi in gran parte siriani, iracheni e afgani. Disperati in fuga dalla guerra ma allo stesso tempo persone e famiglie cresciute nell'antisemitismo di stato. Studi recenti hanno dimostrato che neppure la buona borghesia siriana è rimasta immune dal morbo dell'odio antiebraico.

Merkel aprì le porte della Repubblica federale contro il parere di metà del suo partito e dei propri ministri. In quei mesi la Germania ha sì mostrato il suo volto umanitario ma ha anche fatto un balzo all'indietro nella lotta contro l'antisemitismo, che pure dovrebbe restare una delle bussole della politica tedesca. Alla lotta contro il pregiudizio non contribuisce poi il linguaggio degli xenofobi di AfD che, concentrati contro l'Islam e i suoi adepti, sono sempre lieti di rispolverare termini ambigui del vecchio vocabolario nazista. «L'antisemitismo si merita non solo la risposta da parte della legge ma quella di tutta la società, di noi tutti», ha detto ancora la cancelliera invitando dirigenti Cdu e cittadini comuni a incontrare, ascoltare, dimostrare solidarietà «ai nostri concittadini di fede ebraica».

La nostra responsabilità di combattere l'antisemitismo «non si esaurisce con questa iniziativa», ha aggiunto Merkel.

Una cancelliera amica degli ebrei ma consapevole che, sotto la sua guida, la Germania di oggi è diventata un po' più antisemita di quella di ieri.

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