Al centro del faccia a faccia tra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera Angela Merkel c'è, inevitabilmente, anche il caso della Sea Watch e soprattutto l'arresto della capitana Carola Rackete. "In Italia il potere esecutivo è distinto da quello giudiziario", le ha detto nel colloquio a porte chiuse arginando così le pressioni dei tedeschi che vogliono l'immediato rilascio della comandante sotto accusa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per aver speronato una motovedetta della Guardia di Finanza quando ha cercato di entrare nel porto di Lampedusa.
Uscendo dal Consiglio europeo straordinario sulle nomine, Conte ha raccontato di aver avuto con la Merkel "un paio di bilaterali" durante i quali hanno avuto modo di confrontarsi su dossier più scottanti che i due hanno sul proprio tavolo. Uno di questi è appunto l'arresto della Rackete. "Ci sono stati momenti anche molto intensi di dialogo e di confronto", ha ammesso il presidente del Consiglio rivelando le pressioni della cancelliera sulla comandante dell'ong tedesca. Un'indebita pressione iniziata già nelle ore scorse con il ministro degli Esteri, Heiko Maas, che ne ha chiesto l'immediata liberazione. "Dal nostro punto di vista, secondo un procedimento basata sullo Stato di diritto, può esservi solo la liberazione di Carola Rackete", ha scadito Maas sottolineando, inoltre, che "il mercanteggiamento a livello europeo sulla distribuzione dei rifugiati è indegno e deve finire". Un attacco netto che si interseca con le sferzate dei francesi.
Durante il bilaterale, tuttavia, Conte ha cercato di arginare il pressing della Merkel. "Come immagino anche in Germania, in Italia il potere esecutivo è distinto dal potere giudiziario", le ha detto. Poi ha continuato: "Il presidente del Consiglio, pur essendo la massima autorità di governo, non può intervenire a raccomandare il comportamento che devono tenere i giudici. È nelle mani della magistratura...". Quindi, sempre durante il faccia a faccia, ha colto l'occasione per chiederle di farci avere notizie sull'esecuzione della pena dei due manager della Thyssen condannati. "Non è la prima volta che il governo italiano preme per avere notizie..
.", le ha fatto presente ricordando che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è "da diverso tempo" che "sollecita notizie perché ci sia una esecuzione della pena".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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