Quello che inizia oggi è l'ultimo consiglio europeo della presidenza di turno tedesca. E Berlino non ha nessuna voglia di terminare il mandato senza avere portato a casa il risultato più atteso in tutta l'Unione. A dare concretezza alle voci che circolavano già da un po' è stato il vice premier polacco Jaroslaw Gowin, citato dall'agenzia Bloomberg: la Germania ha trovato un'intesa con la stessa Polonia e con l'Ungheria per sbloccare la trattativa sul budget europeo 2021-2027 e quindi anche il New generation Eu, il piano che comprende il recovery fund. Un compromesso con i due governi sovranisti per sbloccare il budget che complessivamente raggiungerà 1.800 miliardi di euro, tra capitoli di spesa ordinari e quelli straordinari per rispondere al coronavirus. «Per ora abbiamo un accordo tra Varsavia, Budapest e Berlino. Credo che l'accordo includerà anche le 24 capitali rimanenti», ha spiegato il vicepremier.
Un altro importante segnale che conferma una intesa imminente è arrivato dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che nella sua lettera di invito ai capi di Stato e di governo per il vertice ha scritto tra l'altro: «Sono fiducioso che possiamo trovare un accordo su un pacchetto comune per permettere la rapida attuazione sia» del bilancio pluriennale europeo sia sul Recovery fund.
La soluzione riguarda il requisito dello stato di diritto al quale è condizionata l'erogazione di fondi europei. Il premier Giuseppe Conte, intervenuto al Senato, ha confermato che è su questo tema si intravede ora «uno spiraglio positivo».
La soluzione sarebbe «una dichiarazione interpretativa condivisa dagli stessi interessati sulla definizione di stato di diritto». La notizia di una possibile soluzione piacerà sicuramente agli Stati dell'Unione. Possibile che crei malumori nel Parlamento che aveva chiesto di non fare passi indietro sullo stato di diritto.
Il consiglio di oggi è l'ultima occasione di chiudere durante la presidenza di turno tedesca. Il prossimo consiglio, stando all'agenda ufficiale è il 25 marzo. Tardi, soprattutto per l'Italia, che ha inserito i finanziamenti e i prestiti europei nella legge di bilancio 2021.
L'alternativa a un'intesa è un accordo che si limiti ai finanziamenti per la ripresa che escluda Ungheria e
Polonia. Ma questa possibilità - paventata a più riprese anche ai livelli più alti della Commissione europea - non è praticabile. Soprattutto per l'Italia, che rischierebbe di vedere ridotta la portata del Recovery fund.
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