La metamorfosi di Giarrusso: da contiano di ferro a dissidente

L'eurodeputato del Movimento 5 Stelle elogiava Conte fino a qualche mese fa. Poi la svolta con la richiesta di fuoriuscita dal governo. E ora c'è chi gli ricorda quando se la prendeva con "i traditori"

La metamorfosi di Giarrusso: da contiano di ferro a dissidente

Alla fine è arrivato l’addio al Movimento 5 Stelle. L’ex volto noto delle Iene e ora eurodeputato, Dino Giarrusso, ha scelto altre strade, annunciando l’impegno per un nuovo progetto politico. E dire che fino a poche settimane fa era un super fan di Giuseppe Conte, che ora ha mollato senza troppi fronzoli. Una parabola abbastanza veloce: da super sostenitore dell’avvocato di Volturara Appula a dissidente, fino alla fuoriuscita per immaginare un futuro diverso.

Giarrusso for president

La galleria di affermazioni a favore del leader del M5S è davvero ricca. Fin dall’inizio, quando l’ex presidente del Consiglio aveva manifestato l’idea di volersi mettere alla guida dei grillini, Giarrusso aveva speso parole al miele: “Tutti noi abbiamo apprezzato la sua azione di Governo, la sua autorevolezza, l’onestà e la correttezza dimostrata anche nella gestione dei rapporti umani, la sua lealtà, la sua efficacia nell’affrontare e vincere sfide difficilissime, in Italia e in Europa”, scriveva su Facebook, esaltando “l’inizio di un nuovo cammino” e pubblicando una foto che lo ritraeva proprio al fianco di Conte. Un sostegno senza alcuna remora.

Anche durante il momento di massima tensione tra Beppe Grillo e l’ex premier, quando sembrava inevitabile la rottura, l’eurodeputato usava toni cauti, invitando “tutti alla lucidità e a non disperdere il nostro patrimonio politico ed etica”. Uno sforzo teso a dare centralità a Conte nel Movimento 5 Stelle, che aveva iscritto di diritto Giarrusso nella lista dei contiani, sebbene in cambio non avesse ricevuto alcun incarichi di prestigio sul piano nazionale. Quando è stato il momento di designare i cinque vice, infatti, il presidente pentastellato ha optato per altri profili. “Giuseppe Conte sta dimostrando di essere il politico italiano più amato, riempie le piazze e viene acclamato dalla gente”, diceva ospite negli studi di La7. Ancora nello scorso marzo invitava i fan della sua pagina social votazione di Conte sulla piattaforma per confermarlo alla presidenza, dimostrandosi in linea con le posizioni dei vertici.

Ruggini e sfottò

Certo, qualche ruggine c’era già stata: a gennaio Giarrusso aveva annunciato, in solitaria, la candidatura alle Regionali in Sicilia. Una mossa che ha rappresentato il primo passo verso l’allontanamento dal contismo. In particolare, però, la svolta verso la dissidenza è maturata di fronte al rapporto con il governo Draghi. Da qualche giorno, infatti, l’eurodeputato stava insistendo sulla necessità di uscire dalla maggioranza e collocarsi all’opposizione. Un’insistenza che non ha fatto breccia nella presidenza del Movimento 5 Stelle, nonostante la crescita del livello di tensione tra Conte e Palazzo Chigi sui temi più caldi come l’invio delle armi in Ucraina e soprattutto il via libera al termovalorizzatore di Roma, una vera e propria “linea rossa” come indicato da Michele Gubitosa, uno dei numeri due di Conte.

Ma a Giarrusso non è bastato l’inasprimento delle polemiche: chiedeva maggiore coraggio con l’addio al governo e il ritorno alla posizione più barricadera. Così ha rinnegato la sua fede contiana. Andando incontro alle accuse di incoerenza da parte dei suoi ormai ex colleghi di partito.

La deputata siciliana, Azzurra Cancelleri, ha pubblicato un post di Giarrusso del 2020 in cui criticava i “Razzi e gli Scilipoti” nei 5 Stelle, quelli che tradivano, rilanciando la vecchia battaglia grillina del “vincolo di mandato”. Tanto che ora lo stesso Conte lo bacchetta e gli chiede di dimettersi da europarlamentare. Ma il diretto interessato non ci pensa proprio.

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