Il metodo Elly sui migranti. Slogan, retorica e frasi fatte ma nessuna proposta reale

"Abbiamo bisogno di politiche lungimiranti che non causino irregolarità". Elly Schlein torna in pista dopo giorni di silenzio per attaccare il governo Meloni sul tema dell'immigrazione

Il metodo Elly sui migranti. Slogan, retorica e frasi fatte ma nessuna proposta reale

«Abbiamo bisogno di politiche lungimiranti che non causino irregolarità». Elly Schlein torna in pista dopo giorni di silenzio per attaccare il governo Meloni sul tema dell'immigrazione, proprio mentre in Senato si discute il decreto Cutro. «Dobbiamo lavorare per tutelare chi arriva in modo legale in questo paese, ma la strada non è lasciare i richiedenti asilo per strada», dice la Schlein nel corso della conferenza stampa di presentazione della sua segreteria, assicurando i presenti che il Pd continuerà a battersi contro l'abolizione della protezione speciale e a «spingere sull'accoglienza diffusa». «Questo decreto cerca di portare l'Ungheria in Italia», tuona la neosegretaria del Pd che, ancora una volta, non va oltre gli slogan.

Basta consultare la mozione che la deputata dem ha depositato quando si è presentata alle primarie del Pd per rendersi conto che non esiste una reale proposta di gestione dei migranti alternativa al centrodestra. C'è la proposta di approvare una legge sullo Ius soli e la volontà di opporsi «alla politica disumana e illegale di chiusura dei porti, ai blocchi navali e agli accordi con paesi terzi come la Libia per respingere illegalmente le persone verso paesi in cui sono sistematicamente violati i diritti umani». Per la Schlein vale il principio secondo cui «chi è in pericolo va sempre soccorso e salvato», ma non è dato sapere chi se ne debba occupare dopo. Secondo la segretaria promuovere il modello di accoglienza diffusa è «l'unico si legge sempre nel testo della mozione - in grado di garantire piccole soluzioni abitative diffuse nei territori con servizi di inserimento sociale, coinvolgimento dei comuni e delle comunità, trasparenza sui fondi». Ma il modello dell'accoglienza diffusa è il modello Riace del sindaco Mimmo Lucano, condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi di reclusione per i reati di truffa, peculato, falso e abuso d'ufficio. Insomma, non esattamente il modello ideale da riproporre in questo momento storico. È facile dire che va abolita «la pessima legge Bossi-Fini» e che è sbagliato eliminare la protezione speciale, ma è difficile ammettere che tale protezione, come ha dimostrato Gian Micalessin sulle pagine del Giornale, è uno strumento che non ha funzionato adeguatamente. Quel che colpisce nel «modello Schlein» è, infatti, la totale assenza di cifre. Sempre nel testo della mozione Schlein, si trova la proposta di istituire «una Mare nostrum europea». La promessa di lottare per una riforma del regolamento di Dublino, poi, è un evergreen che la Schlein ha messo nella sua agenda come, in passato, avevano fatto molti altri autorevoli predecessori. Con gli scarsi risultati che conosciamo. L'accordo che era stato trovato in sede europea sui ricollocamenti volontari era stato completamente disatteso dagli altri Paesi. Dei diecimila promessi se ne concretizzarono solo poche centinaia. Ma non solo.

«L'emendamento proposto dal Ppe per consentire l'utilizzo dei fondi europei per la realizzazione di barriere contro l'immigrazione illegale sulla frontiera esterna è stato approvato con 322 voti favorevoli e 290 contrari», ha fatto presente il meloniano Nicola Procaccini, copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, dimostrando, numeri alla mano, che la nuova linea intrapresa da Bruxelles va in direzione opposta alla Schlein e gode di un consenso ampio e trasversale.

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