Il fattore tempo in queste situazioni non gioca mai a favore. La nave carica di migranti, Humanity 1 che vorrebbe approdare sulle coste italiane lancia l'ennesimo disperato allarme. «Le 179 persone a bordo della Humanity 1 hanno urgente bisogno di un posto sicuro! Il capitano ha già inviato 17 richieste, senza successo». Così la ong Sos Humanity, segnalando che «le condizioni di salute dei naufraghi stanno peggiorando. A causa delle temperature fredde di notte si sta diffondendo la febbre a bordo». Ma non c'è solo una nave in attesa di salvezza. Nelle prossime 48 ore, nell'area in cui si trovano le navi ong con a bordo quasi mille migranti in pessime condizioni, sono previste condizioni meteo con tempesta e onde alte fino a 6 metri. Lo sottolinea Mediterranea Saving Humans, ricordando che «985 bambini, donne e uomini si trovano da 10 giorni al largo della Sicilia in attesa di un porto sicuro. Continua il braccio di ferro dunque. La Commissione europea - fa sapere una portavoce - «non è responsabile del coordinamento» delle azioni di salvataggio in mare ma «occorre sottolineare che è un obbligo morale e legale» per gli Stati membri salvare persone. Nel giorno della visita della premier Giorgia Meloni a Bruxelles, arriva la puntualizzazione sullo stallo da giorni in atto: quasi mille migranti sulle navi Ocean Viking, Geo Barents e Humanity 1 sono sempre al largo della Sicilia, fuori dalle acque italiane, senza un porto che il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, non ha concesso. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, chiede alla Germania (la Humanity batte bandiera tedesca) il rispetto delle regole. Mentre Sos Mediterranee, che gestisce la Ocean Viking, si rivolge a Spagna, Francia e Grecia per poter sbarcare, visto il fermo no di Italia e Malta. Dopo lo scambio di lettere di mercoledì tra Berlino e Roma, è stato ieri Tajani a ribadire la posizione del nuovo Governo, incontrando la collega tedesca Annalena Baerbock: «Con un Paese amico e grande interlocutore come la Germania - ha spiegato - dobbiamo collaborare tantissimo. Poi, quando c'è da dare qualche messaggio, soprattutto sul tema dell'immigrazione, lo facciamo con determinazione, ma per garantire il rispetto delle regole. Abbiamo chiesto che le navi delle ong rispettino le regole europee quando salvano qualcuno in mare e poi chiedono di attraccare nei porti più vicini». Più esplicito il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che prende di mira il Paese di bandiera delle altre due navi: «dove dovrebbe andare una nave norvegese? Semplice, in Norvegia...», scrive in un tweet. Sos Mediterranee ha chiesto aiuto a Grecia, Spagna e Francia, visto che sia le autorità italiane che quelle maltesi «hanno voltato le spalle a queste donne, bambini e uomini. E l'Unhcr ricorda che «il diritto del mare assegna chiare responsabilità nel coordinamento di ricerca e soccorso.
Auspichiamo il dialogo tra tutti i paesi competenti per individuare al più presto un porto sicuro per le navi ong nel Mediterraneo con spirito di collaborazione e solidarietà» Da parte sua, Bruxelles monitora la vicenda «a stretto contatto» e indica una possibile soluzione, quella di attivare il meccanismo di solidarietà volontario - firmato nel giugno scorso, 21 i Paesi aderenti - che può essere utilizzato anche per ridistribuire i migranti al momento bloccati sulle navi al largo dell'Italia. Proprio quest'ultima è stata la prima ad usufruire del meccanismo: 38 candidati sono stati trasferiti in Francia e 74 in Germania nei mesi scorsi. Numeri bassi rispetto agli 87mila sbarchi registrati quest'anno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.