Minacce a Casellati e il rispetto perduto per le istituzioni

La Repubblica Parlamentare è garanzia di libertà di parola, di espressione, di pensiero ed è responsabilità dei cittadini garantirla e custodirla

Minacce a Casellati e il rispetto perduto per le istituzioni

Secondo quanto si apprende, a una delle lettere di minacce ricevute dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati nelle settimane scorse, era allegato un articolo di giornale riguardante la vicenda del presunto record di voli di Stato che Casellati avrebbe preso durante la pandemia, usando il Falcon 900 dell'Aeronautica militare a sua disposizione. La notizia era uscita ad aprile sul quotidiano Repubblica. Dopo le minacce esplicite postate sui social, ieri la presidente ha fatto denuncia agli inquirenti a Roma”. Ansa 28.05.2021 Leggere notizie simili provoca sempre un grande dispiacere, pensare che minacce di morte siano state indirizzate ad una donna semplice, elegante, dedita ai propri doveri, una mamma, una nonna, lascia davvero sgomenti. Dietro un personaggio pubblico, è bene ricordarlo, c’è una storia personale, affetti che si cerca faticosamente di proteggere a tal punto da sembrare di non avere una vita privata. Nessun falso pietismo, ovviamente: fa parte delle scelte. Chi ha scelto di servire il Paese, in virtù di un alto senso civico, deve mettere in conto tanto studio, tanto lavoro, pochi amici e tanta invidia. E, per favore, non banalizziamo con la storia dello stipendio. Numerosi i messaggi giunti, da ogni schieramento politico, alla Presidente Maria Elisabetta Casellati, minacciata di morte. Io stessa le esprimo, di vero cuore, vicinanza e solidarietà.

Occorre imparare dalla storia. Anche i giudici Falcone e Borsellino resero pubbliche le minacce ricevute e non lo fecero certo per salvarsi (!) o per protagonismo. Tutto nasce dalla consapevolezza che dalla conoscenza passa la capacità per voi giovani di maturare un alto senso civico, il senso dello Stato e delle istituzioni. Avendo infatti smarrito il significato della parola rispetto abbiamo minato le vie della democrazia, in tutti gli ambiti di vita. Infatti, queste minacce di morte erano perfettamente prevedibili, a fronte di una informazione che, avendo perso il rispetto per verità e per la persona, parlando alla pancia e non alla testa e insinuando il dubbio, non fa altro che seminare discordia e divisione. E se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Disse Qualcuno. Ricordo che, quando frequentavo quelle che all’epoca si chiamavano le scuole medie, era normale che gli insegnanti chiedessero di studiare a memoria: l’Addio ai monti, il Cinque Maggio, i Canti del Leopardi. Capitava che ci fosse chiesto di imparare i nomi delle cinque cariche più alte dello Stato. I nomi erano Cossiga, Andreotti, Nilde Iotti. Imparare a memoria forse è un metodo desueto, soprattutto nel tempo dell’arte della semplificazione, dei tutorial, eppure ciò che è mandato a memoria resta nella mente e si fissa nel cuore. Lo dice anche lo scrittore francese Daniel Pennac. Mentre si imparavano a memoria i nomi delle cinque cariche dello Stato, si imparava il rispetto istituzionale, il senso dello Stato, i meccanismi della democrazia. Si imprimeva nella testa degli studenti e degli adulti del domani che, essendo l'Italia una Repubblica Parlamentare, i presidenti del Senato e della Camera sono considerati maggiormente rilevanti e per tale motivo precedono il Presidente del Consiglio. Quindi l’ordine dei posti a sedere non è un cerimoniale sterile, intriso di forma, ma è sostanza. Si impara a rispettare i rappresentanti di una democrazia che è costata vite umane. Si impara che una delle cinque cariche più alte dello Stato, quando parla, lo fa non a nome suo ma a nome di chi rappresenta. Quindi il dott. Sergio Mattarella, la dott.ssa Maria Elisabetta Casellati, il dott. Roberto Fico, il dott. Mario Draghi, il dott. Giancarlo Coraggio, non rappresentano solo se stessi ma la Repubblica Parlamentare. Ancora, se, da un lato, questa rappresentatività impone loro un certo rigore, uno stile, un’alta responsabilità, dall’altro essa impone ai cittadini il massimo rispetto, nella consapevolezza che attaccare una delle cinque cariche dello Stato sul proprio operato e sulla propria persona rappresenta una ferita alla Repubblica Parlamentare.

Ecco perché è un dovere civico quello di chiedere alla libertà di espressione di fare i conti con il dovere di una informazione completa, che rifugga ogni lettura parziale: non si colpisce il singolo, ma si colpisce la democrazia e si compromette l’ordine pubblico. In questa prospettiva sono da leggere le minacce di morte che da un mese la Presidente Maria Elisabetta Casellati riceve, affinchè la stampa recuperi la propria responsabilità nella consapevolezza che l’ordine pubblico passa anche da una informazione corretta, perché rispettosa della persona. La Repubblica Parlamentare è garanzia di libertà di parola, di espressione, di pensiero ed è responsabilità dei cittadini garantirla e custodirla. Mi auguro che in queste ore la solidarietà alla seconda carica dello Stato sia garanzia del desiderio dei cittadini di custodire le vie della democrazia.

“Questa democrazia l’abbiamo conquistata col sangue e la galera. Non possiamo correre il rischio di perdere la libertà per colpa di chi la usa per rubare”. Parola di Sandro Pertini, socialista, partigiano, amico di Giovanni Paolo II, Presidente della Repubblica.

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