La richiesta di adesione alla Nato da parte di Finlandia e Svezia ha infiammato subito il dibattito politico italiano, già caldo sull'invio di armi all'Ucraina. Dopo le critiche del leader del M5s Giuseppe Conte sugli aiuti militari a Kiev, sono arrivate le perplessità del segretario della Lega Matteo Salvini sul possibile ingresso nell'Alleanza atlantica dei due paesi nordici. Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia, sottosegretario alla Difesa, ribadisce invece il suo sì alla politica delle porte aperte all'interno della Nato. «Io non voglio pensare che la Lega possa mettere in dubbio i principi di libertà e democrazia, dando soltanto l'idea di una sorta di vassallaggio nei confronti della Russia, mentre invece le minacce e i toni belligeranti di Conte mettono in dubbio l'esistenza del governo», dice Mulè al Giornale.
Cosa rappresenta per l'Europa la richiesta di adesione alla Nato di Finlandia e Svezia?
«Non si tratta di un atto improvviso, perché Finlandia e Svezia da tempo sono affiancate alla Nato nelle esercitazioni congiunte con altri paesi. Ma sicuramente il processo è stato accelerato dagli eventi in Ucraina. Comunque bisogna essere chiari: per quanto possa essere veloce la ratifica da parte dei parlamenti dei trenta paesi membri, se non ci sarà nessun veto, ci vorranno almeno sei mesi o un anno per completare l'adesione.
Cosa risponde a chi dice che l'ingresso dei due paesi scandinavi aumenterà le tensioni con la Russia?
«Credo che se ci sarà la volontà, come spero, da parte della Russia di arrivare a un negoziato, è chiaro che anche la postura della Nato andrebbe rivista e riattualizzata, già oggi la Nato ha un atteggiamento difensivo, non offensivo, ma in caso di un accordo si andrebbe anche a gradualizzare l'integrazione di Finlandia e Svezia all'interno dei sistemi militari. Detto ciò, io e Forza Italia diciamo dall'inizio dell'invasione che si dovrà arrivare a una revisione del Trattato di Helsinki del 1975, quando i due blocchi si legittimarono a vicenda».
Che ne pensa dei dubbi della Lega sull'allargamento della Nato?
«Nel Dna del nostro Paese c'è l'attaccamento ai valori che ha espresso la Nato. Basti pensare ai tanti cimiteri militari italiani, penso a Nettuno oppure in Toscana, che sono pieni di americani, britannici e canadesi che hanno dato la vita per liberarci dal nazifascismo. Sono questi valori che devono convincere i renitenti. Io non voglio pensare che un nostro alleato come la Lega possa mettere in dubbio i principi di libertà e democrazia, dando soltanto l'idea di una sorta di vassallaggio nei confronti della Russia. L'ipotesi di dire no a Finlandia e Svezia è nemica del diritto internazionale, della storia e del presente».
Dall'altro lato c'è il M5s. che continua a polemizzare sulle armi all'Ucraina.
«Mentre dalla Lega colgo una volontà di dialogo e un atteggiamento costruttivo, il M5s è sempre ondivago. Non si può cambiare idea da un giorno all'altro, come hanno fatto sull'impegno Nato del 2% delle spese militari, su cui avevano votato un ordine del giorno 48 prima che Conte cominciasse a fare polemica. Mentre sulle armi non si può essere ambigui e fare distinguo su armi pesanti e leggere. Penso che i toni belligeranti di Conte mettano in dubbio l'esistenza del governo.
Conte minaccia perché vive male la permanenza al governo, ma ci sono ministri come Di Maio che invece hanno assunto una posizione responsabile. Quindi dico che è bene che il M5s faccia chiarezza al suo interno e non metta a repentaglio la credibilità dell'Italia».
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