Il Viminale sta prendendo sul serio le minacce social contro Claudia Alivernini, la giovane infermiera romana dell'ospedale Spallanzani simbolo del Vax day del 27 dicembre. Insulti, ma anche minacce di morte («E ora vediamo quando muori») che l'hanno convinta a cancellarsi da Facebook, dove sono anche spuntati diversi falsi profili con il suo nome. Gli hater adesso rischiano grosso.
Di «atto odioso contro una persona che, vaccinandosi contro il Covid, ha compiuto un gesto di civiltà e che deve essere di esempio» parla il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, assicurando che «la polizia postale opera tutti i giorni per monitorare la rete ed individuare i reati digitali che possono essere perseguiti d'ufficio o per querela di parte». Quindi per procedere non è necessario che l'infermiera decida di formalizzare la denuncia. «Offese inaccettabili», per il viceministro dell'Interno Matteo Mauri, sulle quali sta lavorando la polizia postale. «Saremo inflessibili contro chi diffonde odio», assicura Mauri. Dopo un primo colloquio con gli agenti specializzati in reati informatici, l'infermiera sta ragionando se mettere a verbale le accuse o lasciarsi alle spalle questa brutta esperienza. Che l'ha scossa, è innegabile, ma non le ha fatto minimamente cambiare idea sul valore della sua scelta. Non ha mai smesso di lavorare in corsia, ma vorrebbe tornare a farlo nell'anonimato, nelle Uscar, le unità speciali anti-Covid in prima linea nella lotta all'epidemia.
Il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, la sta proteggendo dal clamore mediatico. «Voglio fare un appello da padre ad abbassare i toni e non sovraesporre ulteriormente la nostra infermiera, che sta bene, ma non intende commentare quello che è accaduto», dice il medico. Nessuna voglia di fare ulteriori dichiarazioni, oltre a quelle rilasciate domenica per spiegare alla stampa quanto fosse orgogliosa di essere stata scelta come simbolo di una giornata così importante dopo aver vissuto in prima persona, tra i pazienti più gravi, la sofferenza provocata da questo virus. «Claudia Alivernini si è vaccinata per un atto di amore, per se stessa, per i suoi cari, per i pazienti e per il Paese. Tutto il resto è destituito di fondamento», spiega Vaia auspicando che su questa vicenda cali il sipario.
Se ne continuerà a parlare nelle sedi opportune. Come dicevamo, il Viminale sta lavorando da tempo per contrastare l'odio e le minacce social. «Contro reati così odiosi - spiega il viceministro Mauri - è doveroso agire su più fronti. Sul piano repressivo, contro chi utilizza un linguaggio violento e minaccia tramite la rete. Ma anche sul piano educativo, promuovendo l'uso consapevole dei social network, per creare cittadini responsabili e marginalizzare i violenti».
Giuseppe Ippolito, che dello Spallanzani è il direttore scientifico, si scaglia contro chi ha cercato di «strumentalizzare» in chiave no vax un momento così importante come la giornata che ha dato simbolicamente il via alla campagna vaccinale europea. «Non ci aspettavamo una reazione simile, ma al mio paese dicono che la madre degli stupidi è sempre incinta. I vaccini hanno cambiato la storia del mondo, basti pensare alla polio, alla pertosse, alla meningite o al morbillo», commenta a Radio1 in vivavoce.
Solidarietà all'infermiera presa di mira è stata espressa anche
dal premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di fine anno: «È inaccettabile in sé l'insulto e ancor più inaccettabile adesso che stiamo predisponendo un piano vaccinale che consentirà di mettere in sicurezza il Paese».
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