Ballerino, modello, attore, cittadino del mondo. È Sergei Polunin, 29 anni ucraino, star che ha già danzato nei più grandi teatri del mondo, Scala compresa. Sguardo acceso, tatuaggi qua e là, soprattutto uno vicino all'occhio sinistro: «È un piccolo piccione, un messaggio d'amore. Perché l'amore è la mia missione».
Il Cal è un messaggio?
«Certo: è un simbolo di bellezza. E la bellezza è armonia».
Com'è stato lavorare con Laetitia Casta?
«Tra noi si è creata una naturale alchimia: credo nell'astrologia, probabilmente i nostri segni vanno d'accordo. Io sono scorpione, lei non so».
In un'immagine avete anche posato nudi.
«Come detto, è venuto tutto naturale. Nessun imbarazzo».
La danza è il tema portante di queste foto resta.
«Perché è un linguaggio, diverso da quello del cinema. La Disney, per dire, dovrebbe tornare a usare di più il balletto».
Come il video diretto da LaChapelle, quel «Take me to the church» che divenne virale e la rese famoso.
«La cosa bella è che ognuno poteva interpretarlo a suo modo. Molti videro un messaggio contro l'omofobia, io ballando pensavo a casa mia».
Lei cittadino del mondo?
«Dove nasci è dove hai le tue radici, io ci torno per rilassarmi e ritrovare me stesso: la fama me la sono conquistata a poco a poco e questo allontana i pericoli della notorietà improvvisa. Ma a volte ho degli scoppi d'ego e l'aria di casa aiuta a gestirmi».
Poi è anche una star di Instagram...
«Celebro l'amore come antidoto al caos. Il mondo sta andando nella direzione sbagliata, ma io so che anche tra i politici c'è brava gente. Bisogna imparare a stare insieme».
Il Cal aiuta in questo?
«La bellezza non ha barriere. Ognuno la vede con i suoi occhi. È una diversità che unisce, come dovrebbe essere il mondo». MLomb
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