«L'unico desiderio sotto l'albero è che questo sia il mio ultimo anno in Cina».
Marcello Vinci, interprete ventinovenne che viveva e lavorava a Shangai, aveva affidato la sua preghiera profonda ai social. Invece in Italia non tornerà più. Il giovane è stato trovato senza vita il 5 marzo dalla autorità cinesi, che hanno avvertito la sua famiglia, che vive a Fasano, senza però fornire alcun dettaglio. Ed è da allora che nel paese, come a Martina Franca, dove il 28enne aveva studiato ed era cresciuto, ci si interroga e si cerca un perché alla tragedia, dal momento che è giallo fitto sulle cause del decesso.
Per cercare una ragione, che potrebbe solo in minima parte attutire il dolore, mamma Angela ha lanciato un appello su Facebook. «Mi rivolgo agli amici che hanno avuto contatti con Marcello tra il 5 e il 6 marzo - si legge -per chiedere umilmente di fornirmi ogni minimo dettaglio, potrebbe essere di gran aiuto alle indagini».
Marcello si era laureato all'Istituto di studi internazionali con una tesi sulla Cina che veste Made in Italy. Dal 2017 risiedeva e lavorava proprio lì come interprete, occupandosi di relazioni internazionali per Micilo, un'azienda esportatrice di moda made in Italy. Tra le sue passioni c'era la fotografia.
Dai pensieri postati su Facebook emerge che il ragazzo, però, aveva patito in maniera particolare le restrizioni legate al Covid. Il 10 novembre scorso, rientrato in Cina dopo un week-end trascorso in Italia, si era lasciato andare a uno sfogo. «Mentre voi vivete senza mascherine da anni, io mi preparo a fare l'ennesima quarantena - aveva scritto su Facebook -. Tengo a precisare che sono stato rinchiuso 2 settimane tra luglio e agosto, 27 giorni in 30 giorni totali nel mese di settembre, una settimana a ottobre eavevo finito l'ultima quarantena di 7 giorni 3 giorni fa».
Il 6 dicembre 2022 ha scritto poi quel post, con cui si augurava di tornare entro l'anno seguente a vivere stabilmente nel suo paese di origine.
Sui social in queste ore si stanno moltiplicando gli appelli degli amici a sostegno della famiglia: «Chiunque sa qualcosa, si faccia immediatamente sentire». Scrivono anche i professori e i compagni di liceo, il classico linguistico sperimentale Tito Livio di Martina Franca che la vittima aveva frequentato da ragazzo.
E poi la sua fidanzata, che non vuole lasciarlo andare: «Di te non voglio parlare al passato perché tu sei entrato nella nostra vita e da là non esci più».Distrutto, annientato, anche Antonio, il padre di Marcello: «Ci sono Angeli in Paradiso e demoni sulla terra, che mi hanno ammazzato il mio piccolo grande uomo. Rip Marcellino».
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