Milano «Milioni di abitanti, facciamo miracoli ogni giorno, abbiamo ritmi impensabili ogni giorno, portiamo a casa risultati importanti ogni giorno perché ogni giorno non abbiamo paura». L'hashtag del video prodotto per il web da un centinaio di brand della ristorazione italiana è «Milano non si ferma». Viene rilanciato anche dal sindaco Beppe Sala che aggiunge un «forza Milano» e dal leader della Lega Matteo Salvini («bellissime immagini da far girare, anche di questo ho parlato con il presidente della Repubblica portando la voce delle imprese, dei produttori, degli artigiani, dei commercianti. Riapriamo tutto quello che c'è da riaprire: l'Italia è un Paese che soffre ma che vuole ripartire, adesso»).
Lo spot è un incoraggiamento e una spinta alla città più internazionale d'Italia a rialzarsi. L'emergenza Coronavirus non è ancora superata ma Milano cerca di tornare alla normalità prima di essere travolta da una crisi economica che in pochi giorni ha già prodotto danni milionari a imprese e pubblici esercizi. E riparte dalla cultura, riaprendo ad esempio le porte del suo simbolo. Dopo l'ordinanza della Regione Lombardia condivisa con il Ministero della Salute che da domenica scorsa ha chiuso musei, cinema, stadio di San Siro, tutti i luoghi di possibile assembramento (persino le assemblee condominiali) e imposto un coprifuoco, poi rientrato, a bar e locali dopo le 18, la Veneranda Fabbrica del Duomo ha annunciato che da lunedì i turisti potranno tornare ad ammirare la Cattedrale. «Ci stiamo organizzando per essere pronti il prima possibile - comunica -, presumibilmente da lunedì, con modalità di gestione contingentata dei flussi». L'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera specifica che «l'ingresso dei turisti alle terrazze sarà scaglionato, le biglietterie rimarranno chiuse per evitare l'eventuale contagio tra la gente in coda e quindi i ticket si potranno acquistare solo on line». Ma è un segnale.
Sala aveva premesso lunedì che le ordinanze «si rispettano e non si discutano» ma già due giorni dopo ha riferito con un video su Facebook di aver parlato con il ministro della Cultura Dario Franceschini: «Ripartiamo dalla cultura, riapriamo qualcosa, possiamo cominciare dai musei o da qualcos'altro, ma la cultura è vita» l'appello del sindaco. E Franceschini ieri ha detto un quasi sì alla richiesta: «Le parole di Sala sono giuste e condivisibili. Riaprire i luoghi della cultura è un primo segnale di ripresa e di uscita dalla crisi. Lo verificheremo. Naturalmente non è una decisione che spetta a me o al sindaco di Milano ma va discussa con le autorità sanitarie. Lo faremo». Sarà tema del confronto al via da oggi tra Regioni e governo su come proseguire con le ordinanze, quella firmata domenica scorsa vale per una settimana. «Valuteremo se c'è la necessità di prorogarle, se dovessimo decidere che è meglio usare ulteriore prudenza allora è possibile - ragiona Gallera - che si possano mitigare alcune misure ma si prosegua con la chiusura della scuole». Più facile insomma che riaprano i portoni della Pinacoteca, del Cenacolo, dei musei del Castello - con ingressi contingentati - e magari dei teatri, ma in tutta la Lombardia o nelle aree più critiche gli studenti allunghino le vacanze fino al 9 marzo.
Il Politecnico di Milano intanto ha comunicato ieri che dopo qualche giorno di sospensione la didattica riprenderà da lunedì con lezioni ed esami di
laurea a distanza, in modo da «ridurre l'impatto di questo periodo di sospensione sui nostri studenti» spiega il rettore Ferruccio Resta. Le lezioni a distanza partiranno da 10 corsi coinvolgendo 120 docenti e 2.500 studenti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.