Una vita passata nel sociale, a combattere la droga che aveva fatto profondamente parte del suo passato, graffiandolo, segnandolo per sempre. E proprio la droga due giorni fa gli ha portato via il figlio e ha ridotto lui in fin di vita.
È un mistero senza fine quello che è accaduto sabato sera a Gerardo Ventrella, 54 anni, un passato difficile alle spalle che aveva raccontato nel libro «Il mio quartiere», uscito per Feltrinelli nel 2007. In quelle pagine raccontava, rivolgendosi proprio al figlio Samuele, 25 anni, con linguaggio crudo, la propria esperienza con gli stupefacenti e la dura lotta che aveva dovuto intraprendere per uscire dal tunnel della droga. Ma nella droga deve essere ricaduto in qualche modo, perché Samuele è morto per overdose e lui è in rianimazione proprio per lo stesso motivo.
Non è chiaro quello che sia accaduto ma è certo che il venticinquenne era partito da Torino insieme a un cugino ed era andato a trovare il padre a Lido di Camaiore, in Versilia, provincia di Lucca.
Sabato alle 23.30 entrambi si sono sentiti male all'angolo tra via Don Minzoni e via Foscolo a Lido di Camaiore, dove è arrivata un'ambulanza del 118. Il cugino di Emanuele, che in quel momento non era con loro, arrivato a casa non li ha trovati e ha cominciato a chiamarli al cellulare. Fino a che non gli ha risposto proprio un operatore che era intervenuto per soccorrerli.
Insieme all'automedica è intervenuta sul posto anche un'ambulanza della Misericordia di Lido di Camaiore. Ma il ragazzo era in arresto cardiaco e il padre gravissimo. I medici hanno tentato di rianimare Samuele e l'hanno trasportato d'urgenza all'Opa di Massa, dove è morto poco dopo. Anche il genitore è stato ricoverato nel nosocomio versiliese, ma la situazione è disperata.
A occuparsi delle indagini i carabinieri, che cercano ricostruire le ultime ore di padre e figlio e di risalire allo spacciatore, che potrebbe aver fornito loro la droga.
Saranno gli esami tossicologici a chiarire cosa abbiano assunto i due, ma sembrerebbe essere stato un mix fatale di cocaina, cannabis e alcol.
La vicenda ha diverse ombre. Nel Gerardo libro «Il mio quartiere», infatti, Gerardo invitava a «vivere la vita fino la vita, ma senza farsi trascinare nel baratro» e si rivolgeva al figlio per spronarlo a non commettere i suoi stessi errori.
Sembra strano, quindi, che sia stato proprio lui due giorni fa a prendere il venticinquenne per mano per consegnarlo a quello che era da sempre il suo peggior nemico.
Sulla pagina Fecebook dell'uomo spiegava « sono un educatore professionale mi occupo di persone disagiate nel sociale». E lo aveva fatto davvero, in prima linea della Comunità casa famiglia i ragazzi del sole. Aiutava i ragazzi con problemi, lanciava raccolte di fondi per realizzare il loro sogni.
«Questo video è interamente dedicato a Te Lucia - sciveva in un post sulla pagina Facebook della Comunità - il ricavato sarà totalmente devoluto e finalizzato al viaggio in America che tanto sogni per riabbracciare i tuoi figli Sofia Lyon. Con tutto il cuore Gerardo e lo staff che ha contribuito a crearlo».Ma l'ultimo viaggio, l'ennesimo sbagliato, non si sa perché lo abbia voluto fare accompagnato da Samuele, consegnandolo poi alla morte.
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