Una moglie in casa, una nel box L'islam ci ha portato la bigamia

Un egiziano scoperto per caso dai carabinieri: aveva una consorte ufficiale e teneva nascosta una seconda famiglia nel garage dello stabile

Una moglie in casa, una nel box L'islam ci ha portato la bigamia

Benvenuti nel nuovo Nord. Di Maometto. L'Islam colonizza, spostando meridiani e paralleli: etici, culturali, religiosi.

Eccoci così in quel di Monza, cuor della Brianza padana per latitudine, cattolica e intransigente per «vocazione» a scoprir che anche qui è sbarcata la poligamia d'importazione.

La storia tra il tragico e il grottesco, mostra tratti surreali. Questa la sintesi: aveva due famiglie, sei figli (tre da una moglie, altrettanti dall'altra), ma una viveva in un appartamento, a quanto pare ignara di tutto; l'altra in un box sotto casa.

I primi a non credere ai proprio occhi sono stati proprio i carabinieri arrivati lì convinti di dover mettere le manette a uno stalker . A chiamarli la moglie «numero 1», un egiziana di 47 anni che dopo averlo fatto cacciare quasi un anno fa dal talamo, con tanto di denunce per maltrattamenti, vedendo il marito aggirarsi sotto la «sua» abitazione in via Giotto, aveva dato l'allarme al 112. Nel frattempo, il bigamo cinquantenne si era allontanato ed era stata proprio la donna a suggerire alle divise di cercarlo in garage. Quando i militari hanno aperto la porta basculante, la sorpresa: tra coperte, scope, acqua e qualche razione di cibo, si sono trovati di fronte all'«altra», una trentatrenne, anche lei egiziana, con i suoi tre bambini di 9, 7 e 3 anni, quasi coetanei dei fratellastri che sembra non abbiano mai incontrato.

L'uomo, rintracciato poco dopo e portato in caserma, in realtà si trovava lì non per molestare la sposa «separata» ma per stare con la seconda famiglia, «parcheggiata» nel box numero 69 di via Leon Battista Alberti, annesso al palazzo di via Giotto, residenza della famiglia ufficiale. Ai militari avrebbe raccontato di «problemi economici e di uno stato di indigenza». La sua la piccola impresa di pulizie è in crisi, dover mantenere poi due famiglie lo stava trascinando sul lastrico.

La moglie «segreta», con i 3 bambini, nel frattempo è stata affidata ai servizi sociali comunali, mentre la «prima» giura di non aver mai saputo della seconda vita del marito. Ma su questo i carabinieri stanno ancora indagando e non si sbilanciano. Per ora nei confronti dell'egiziano è scattata una denuncia per la violazione del provvedimento di avvicinarsi a casa, mentre la magistratura deve accertare se fosse effettivamente sposato due volte. A questo punto potrebbe rimediare una seconda denuncia per bigamia. Il problema in realtà è annoso, segue di pari passo la penetrazione islamica nel nostro Vecchio Continente. La poligamia è prevista dal Corano e quindi delle norme giuridico-islamiche che regolamentano il Nikah , il matrimonio: un uomo può impalmare fino ad un massimo di 4 signore a patto che siano tutte consenzienti fra loro.

«Ho due mogli - spiegava già 7 anni fa dalle colonne di Repubblica un senegalese trapiantato a Brescia -. So che qui è proibito dalla legge, ma questo riguarda voi italiani, non noi: io sono musulmano... Seguo la mia religione e finora con lo Stato italiano non ho mai avuto nessun problema».

In assenza di statistiche ufficiali, qualcuno parla di poche centinaia di casi, altri di decine di migliaia. Quel che è certo però, è che il fenomeno esiste e cresce proporzionalmente con il numero degli immigrati. Come le moschee, i crocefissi tolti dalle scuole, e i presepi aboliti per timore di offendere Allah.

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