"È il momento". Dopo il voto il Pd torna alla carica col ddl Zan

Se ne era discusso per settimane in estate, poi era finito nel cassetto. Ora, vinte le elezioni, la sinistra rispolvera il ddl Zan

"È il momento". Dopo il voto il Pd torna alla carica col ddl Zan

Da battaglia irrinunciabile a polvere nascosto sotto il tappeto. Brutto destino quello della legge Zan sull'omostransfobia, che tante polemiche ha suscitate per intere settimane prima dell'estate. Finiti nel dimenticatoio della sinistra perché scomodi durante la campagna elettorale, ora, giusto il giorno dopo la chiusura delle urne, il tema dei diritti Lgbtq viene estratto dal cilindro dalla senatrice dem Monica Cirinnà. Ma non li si accusi di opportunismo, sia mai.

Certo è strana la parabola di questa legge della discordia. Tra giugno e luglio non si parlava d'altro, le cronache politiche di quotidiani e telegiornale erano monopolizzate dal tema e dalle opinioni favorevoli o contrarie. Il Pd l'aveva trasformata in una sorta di totem su cui non erano concessi passi indietro, tanto che si erano fatte le corse per portare il testo al Senato prima della pausa estiva. Poi, capito che di speranze che passasse ce n'erano ben poche, quatto quatto il buon Enrico Letta la mise nel cassetto, pronto a rimandare lo scontro a settembre. Ma, complici le elezioni amministrative - dove per l'occasione la sinistra ha rispolverato il solito ritornello della destra fascista - il ddl Zan è rimasto nel dimenticatoio. Ora, incassata la "vittoria trionfale", ecco magicamente rispuntare, in cima alla lista delle priorità, proprio la legge . Un'urgenza quantomeno sospetta: sarà mica che il tema dei diritti omosessuali non era molto spendibile in campagna elettorale? O che, addirittura, rischiasse di allontanare qualche elettore e fornire un terreno favorevole al centrodestra, che a questa legge si oppone con forza?

"Ora è il momento di decidere", dice ora la Cirinnà, convinta che "i risultati delle elezioni amministrative dimostrano che è forte nel Paese la domanda di eguaglianza e giustizia". Ecco che la discussione sul tema - perchè di discussione si tratta, visto che a Palazzo Madama la legge rischia di non sopravvivere al voto - torna indifferibile.

E così il ddl Zan, approvato a Montecitorio lo scorso novembre dalla vecchia alleanza giallorossa, sarà all'esame del Senato il 27 ottobre. A meno di ulteriori soprese che rimandino di nuovo la battaglia. Dopo tutto, è finito nel cassetto già una volta. Chissà che il Pd non lo dimentichi di nuovo.

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