![Monaco, auto sul corteo sindacale. Fermato un afghano: "Attentato"](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/14/1739512712-azt-fync0mzhzbpw16gw-ansa.jpeg?_=1739512712)
Il cliché è un diabolico esperimento che ormai va avanti fin dal 2016: una strada affollata e un'auto impazzita che gioca con la vita delle persone come se fossero birilli in una sala da bowling. Dopo i drammatici strike di Nizza, Berlino, Londra, Stoccolma, Barcellona e New York, questa volta è toccato a Monaco di Baviera vivere una mattinata di terrore, di quelle che nessuno potrà mai cancellare dalla memoria. Il 24enne Farhad Noori, questo il nome dell'attentatore di origini afghane, ha imboccato le vie centrali della città bavarese a bordo di una Mini Cooper, travolgendo chiunque capitasse a tiro. Il bilancio, provvisorio, è di 30 feriti, 7 in gravi condizioni, due in pericolo di vita. Ci sono anche 3 bambini, uno di due anni è stato rianimato sul posto e si sta tentando l'impossibile per salvarlo. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è detto «profondamente scosso» dallo spaventoso attentato e sostiene che l'aggressore deve lasciare il Paese.
Il gesto barbaro - forse non è casuale - arriva a poco più di una settimana dalle elezioni parlamentari e soprattutto alla vigilia della Conferenza sulla sicurezza alla quale prenderanno parte diversi attori globali, tappa fondamentale verso il tavolo negoziale per l'Ucraina. Il jihadismo gioca con una Germania dal ventre molle? Lo scopriremo presto, nel frattempo è la cronaca di una giornata da canone inverso a tenere banco.
Tutto è cominciato attorno alle 10.30, mentre era in pieno svolgimento una manifestazione organizzata da Ver.Di, il sindacato dei servizi, il secondo più grande della Germania dopo l'IG Metall. Siamo a Stiglmaierplatz, tra Dachauer e Seidlstrasse, due arterie del quartiere di Maxvorstadt, a pochi passi dalla stazione ferroviaria Munich Zentral. L'attentatore, a bordo di una Mini Cooper beige, ha deliberatamente invaso le due strade, che erano state trasformate per l'occasione in aree pedonali, e accelerando fino ai 60 km/h, dopo aver superato un'auto della polizia, ha colpito alle spalle la coda del corteo formato da circa 1.500 persone. A terra sono rimasti almeno una trentina di dimostranti prima che le forze dell'ordine, sparando alcuni colpi in direzione dei finestrini, riuscissero a fermare il giovane, che ha rischiato di essere linciato dalla folla, e che si trova tutt'ora ricoverato in ospedale.
Le immagini dei minuti successivi mostrano come il killer abbia lasciato una scia di devastazione: un passeggino è accartocciato vicino alla sua Mini Cooper, e a terra, sull'asfalto bagnato dalla pioggia, si scorgono anche scarpe, ma soprattutto il sangue su bandiere dismesse dei Ver.Di e sui giubbotti ad alta visibilità che indossavano le vittime.
La polizia tedesca ha perquisito la casa dell'attentatore, che si trova nel quartiere di Solln a sud di Monaco, e ha dichiarato al settimanale Der Zeit che ci sono «indicazioni di un contesto estremista» dal quale proviene l'afghano che aveva ottenuto un permesso di soggiorno e di lavoro.
Le testimonianze raccolte dalle tv tedesche sono accomunate da un senso di terrore misto a impotenza. Alexa lavora per una rivista finanziaria in un edificio che si affaccia su Seidlstrasse. «È accaduto tutto in pochi istanti. Ho sentito il rumore dell'auto, faceva un fracasso infernale, poi le urla. C'erano persone a terra e tanto sangue». Stefan, uno dei partecipanti al corteo, si domanda come sia potuto accadere. «Io l'auto l'ho vista bene, ma si trovava dietro ad almeno tre veicoli della polizia. Come ha fatto a coglierli di sorpresa? Ci sono stati almeno due spari, e solo allora l'attentatore si è fermato». C'è mancato poco che l'afghano venisse linciato dalla folla, racconta Christine Behrle, sindacalista presente all'evento: «Qualcuno era riuscito ad aggrapparsi ai suoi abiti e a prenderlo a calci. Noori è rimasto praticamente a torso nudo mentre i poliziotti allontanavano la folla per metterlo in salvo».
Reinhard lavora al Cafe Bar Shakespeare, trasformato in infermeria per medicare i feriti meno gravi: «Il bicchiere d'acqua o il caffè sono serviti a ben poco. Le persone piangevano ed erano sotto choc. Per fortuna sono arrivati rapidamente medici e infermieri».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.