È morta nella notte all'età di 89 anni Tina Anselmi. Nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo del 1927, partigiana durante la Seconda guerra mondiale, nel dicembre del 1944 si era iscritta alla Dc. Era stata la prima donna ministro: nel luglio del 1976, l'allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti l'aveva messa a capo del dicastero del Lavoro e della previdenza sociale. Nel 1981 fu scelta, d'accordo anche con il Pci, per ricoprire il ruolo di presidente della Commissione d'inchiesta parlamentare sulla P2 di Licio Gelli.
Anselmi legò il suo nome anche alla riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Tina Anselmi nasce da una famiglia cattolica: il padre era un aiuto farmacista di idee socialiste e fu per questo perseguitato dai fascisti, la madre era casalinga e gestiva un'osteria assieme alla nonna. Frequenta il ginnasio nella città natale, quindi l'istituto magistrale a Bassano del Grappa. È qui che, il 26 settembre 1944, i nazifascisti costringono lei e altri studenti ad assistere all'impiccagione di 31 prigionieri per rappresaglia: decide così di prender parte attivamente alla Resistenza. Con il nome di battaglia di "Gabriella" diventa staffetta della brigata Cesare Battisti al comando di Gino Sartor, quindi passa al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. Intanto, nel dicembre dello stesso 1944, s'iscrive alla Democrazia Cristiana e partecipa attivamente alla vita del partito. Dopo la guerra si laurea in Lettere all'Università Cattolica di Milano, divenendo insegnante elementare. Nello stesso periodo è impegnata nell'attività sindacale in seno alla Cgil e poi, dalla sua fondazione nel 1950, alla Cisl: è dirigente del sindacato dei tessili dal 1945 al 1948 e del sindacato degli insegnanti elementari dal 1948 al 1955.
La ministra per le Riforme Maria Elena Boschi su Twitter la saluta così: "'Capì allora che per cambiare il mondo bisognava esserci. Tina Anselmi c'è stata e il mondo lo ha cambiato".
"Con Tina Anselmi scompare una figura esemplare della storia repubblicana. Partigiana, sindacalista, impegnata nella vita politica e nelle istituzioni, prima donna ministro della storia italiana".
Lo scrive il premier Matteo Renzi in una nota inviata ai famigliari, ai quali esprime il suo cordoglio personale e di tutto il governo. "Il suo impegno per le pari opportunità e contro la P2 - ricorda ancora Renzi - e la sua personalità forte e discreta ne hanno fatto un esempio per chiunque creda alla politica come passione per la libertà".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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