Morto nel posteggio, carabinieri nei guai

Il tunisino era finito in una rissa. Un militare indagato per il decesso, coinvolti altri cinque

Morto nel posteggio, carabinieri nei guai
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C'è un buco di diverse ore da sabato notte, quando Taissir Sakka, 30 anni, tunisino, è stato portato in caserma dopo una notte «brava» di violente liti e alcool, e domenica mattina quando è stato ritrovato morto nel parcheggio di un cinema vicino alla stazione di Modena. In un primo momento i carabinieri avevano diffuso una nota in cui si parlava di accertamenti finalizzati a ricostruire l'esatta dinamica di una possibile caduta accidentale, ma il fratello del giovane non ha mai creduto a questa tesi e ha presentato una denuncia ipotizzando un'aggressione, in seguito alla quale sei militari dell'Arma sono stati iscritti nel registro degli indagati. Ad uno il pm contesta i reati di minacce aggravate e di morte come conseguenza di altro reato. Gli altri cinque militari, invece, sono accusati di lesioni. Ieri il magistrato ha affidato l'incarico per eseguire l'autopsia sul corpo della vittima, che aveva un profondo taglio alla testa. L'esito dell'esame autoptico sarà determinante per stabilire l'esatta causa della morte, escludendo o meno una causa violenta. Nel frattempo l'iscrizione dei carabinieri nel registro degli indagati è un atto dovuto per consentire loro di difendersi.

Di certo si sa che sabato sera i militari era intervenuti al circolo Arci di Ravarino per sedare una lite scoppiata all'esterno del locale tra Taissir e suo fratello Mohamed e un altro gruppo di giovani. I carabinieri intervenuti hanno trovato i due in stato di ubriachezza, li hanno identificati e portati in caserma a Modena per denunciarli. Tassir era noto alle forze dell'ordine per diversi precedenti. È ancora un mistero come sia finto nel parcheggio di via dell'Abate. È stato trascinato da qualcuno? E come si è procurato quella ferita letale? Il fratello non crede all'ipotesi della caduta accidentale ed ha presentato una dettagliata denuncia in cui fornisce la sua versione. Ma gli investigatori stanno ancora cercando riscontri alle sue affermazioni, anche dalle telecamere di sorveglianza della zona. Nella speranza di trovare qualche immagine che chiarisca se davvero il tunisino è stato ucciso ed eventualmente da chi. Mohamed ha puntato il dito contro i carabinieri di pattuglia intervenuti sabato sera per placare gli animi. Ma dopo le 23, quando il giovane è stato portato in caserma, non è chiaro cosa sia accaduto. Sarà necessario attendere l'esito dell'autopsia per avere qualche risposta.

I sindacati dell'Arma sono intervenuti a difesa dei militari tirati in ballo: «Atto dovuto e garantista quello adottato dalla Procura di Modena», dice in una nota l'Usmia Carabinieri. «Massima fiducia nella magistratura. L'avviso di garanzia permetterà ai militari di valutare la perizia medico legale e dimostrare la loro innocenza», gli fa eco il Nuovo sindacato carabinieri.

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