Rate sui nuovi mutui a tasso fisso «destinate a raddoppiare» e rincari del 31% per quelli a tasso variabile. A fare i calcoli è la Federazione autonoma bancari italiani (Fabi) in un rapporto sull'impatto del rialzo del costo del denaro al 3%, appena deciso dalla Bce. I contraccolpi sono significativi tenuto conto che, già ad oggi, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 43% e che in Italia le famiglie indebitate sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale. Di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l'acquisto di una casa. «C'è un ulteriore rischio all'orizzonte: a marzo, infatti, la Banca centrale europea potrebbe rialzare i tassi di un altro mezzo punto raggiungendo così il 3,5 per cento», ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato dal Tg5. «Contemporaneamente, però, la stessa presidente della Bce, Christine Lagarde, ha parlato di probabile cambio di strategia che porterebbe a non toccare più i tassi. Meglio tardi che mai».
Dopo l'ultimo rialzo del costo del denaro è probabile che le rate salgano ancora. I nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa l'1,8% ad anche oltre il 4% con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche raddoppiate.
Sui prestiti per l'acquisto di un auto, nel 2021, il tasso medio era dell'8,1%, con i tassi Bce al 3% si potrebbe arrivare all'11,3%: per acquistare un'auto a rate da 25.000 euro, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale passa da 37.426 euro a 42.986 euro, con una differenza complessiva di 5.560 euro (+15%).
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