Naufragio nel Mediterraneo, "Quelle morti colpa dei buonisti". Scontro con il Pd

Matteo Salvini punta il dito contro le Ong per le morti registrate nell'ultima sciagura avvenuta in acque libiche. Scoppia la polemica coi dem

Naufragio nel Mediterraneo, "Quelle morti colpa dei buonisti". Scontro con il Pd

La nuova strage nel Mediterraneo ha infiammato nelle scorse ore il dibattito politico sull'immigrazione. Il naufragio, costato la vita ad almeno 130 persone, è avvenuto in acque Sar libiche non lontano dalla città costiera di Khoms da cui il barcone era partito.

I primi cadaveri sono stati recuperati dalla nave Ocean Viking di Sos Mediterranée, ma le ricerche sono in corso per individuare altri corpi. Quasi esclusa purtroppo la possibilità di trovare sopravvissuti. La tragedia si sarebbe consumata nella notte tra il 21 e il 22 aprile, la stima delle vittime è stata fatta sulle segnalazioni pervenute ad Alarm Phone, il network telefonico che su Twitter rilancia gli allarmi delle imbarcazioni in difficoltà.

L'accusa di Salvini

Sotto il profilo politico, una delle prime reazioni è stata quella dell'ex ministro dell'Interno e segretario della Lega, Matteo Salvini: “Naufragio al largo della Libia – ha scritto sui propri canali social il leader del carroccio – altri morti, altro sangue sulla coscienza dei buonisti che, di fatto, invitano e agevolano scafisti e trafficanti a mettere in mare barchini e barconi stravecchi, anche con pessime condizioni meteo. Una preghiera e tanta rabbia”.

Un'accusa, quella di Salvini, diretta verso il mondo delle Ong, reo secondo l'ex titolare del Viminale di alimentare le partenze dalla Libia favorendo quindi l'impennata di numero di vittime tra i migranti. La posizione del numero uno della Lega in tal senso è sempre stata chiara: a un maggior numero di partenze corrisponde un maggior numero di morti.

I barconi salpati dalla Libia negli ultimi mesi sono stati sempre di più. Lo si può intuire da due fattori. Da un lato il numero delle persone arrivate illegalmente in Italia nel 2021: al 23 aprile, secondo il ministero dell'Interno sono state 8.604 mentre nello stesso periodo del 2020 la cifra si fermava a 3.295. Dall'altro lato, dal numero crescente di barconi partiti dal Paese nordafricano, cresciuto del 25% secondo quanto riferito, nella giornata di lunedì 19 aprile, dall'ammiraglio Fabio Agostini, comandante della missione Irini.

Una pressione migratoria quindi sempre più marcata e che ha nella rotta libica il principale riferimento. Salvini anche nei mesi scorsi ha imputato l'impennata di partenze all'operato del precedente governo Conte II, supportato dalla maggioranza giallorossa. Da qui l'affondo verso quel mondo “buonista” a cui, secondo il leader della Lega, va ascritta una parte della responsabilità dei naufragi.

L'affondo del Pd

Alle parole di Salvini ha fatto seguito un'aspra critica ad opera di diversi esponenti del Partito democratico. Soprattutto per i rappresentanti della parte più a sinistra dei dem, quella del segretario leghista altro non è stato che propaganda: “Dovremmo tutti impegnarci senza risparmio per evitare il ripetersi di stragi in mare, come l'ultima, terribile, a cui abbiamo assistito – ha dichiarato ad esempio il deputato Emanuele Fiano – Nessuno può considerarsi estraneo a queste tragedie. Molte morti sono state evitate grazie ai soccorritori contro cui si scaglia Salvini. Il leader leghista, ancora una volta senza pietà, di fronte alle tragedie pensa a salvare la propria propaganda politica, noi pensiamo a come salvare più vite umane”.

Più duro il deputato Matteo Orfini, il quale su Twitter ha descritto Salvini come “uomo senza vergogna”.

La polemiche delle ultime ore è specchio in parte del braccio di ferro sull'immigrazione tra Pd e Lega, oggi entrambe all'interno della maggioranza a supporto del governo Draghi, che va avanti dagli anni in cui Salvini era ministro dell'Interno.

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