Incursori della Marina militare, compagnie di fucilieri del San Marco, quattro navi tra cui unità dotate di attrezzature sanitarie ed elicotteri, aerei senza pilota Predator dell’Aeronautica per la sorveglianza dal cielo faranno parte di "Mare Sicuro". Saranno impiegati per contrastare la minaccia jihadista nel Mare Mediterraneo. La pianificazione dell'operazione, elaborata dagli stati maggiori e anticipata dall'Adnkronos, è ormai in fase di avanzata.
Del gruppo navale faranno presumibilmente parte una nave da sbarco della classe San Marco o San Giusto, una o più fregate e cacciatorpedinieri, in tutto un migliaio di militari italiani. Si concretizzerà in questo modo "il potenziamento del dispositivo aeronavale dispiegato nel Mediterraneo centrale" annunciato ieri in parlamento dal ministro della Difesa Roberta Pinotti dopo l'attentato al Museo del Bardo in Tunisia. Il compito assegnato alle unità navali e agli assetti aerei sarà di incrementare il dispositivo di sorveglianza davanti alle coste del Nord Africa. Si punta così ad assicurare un più rapido intervento in caso di necessità per la tutela di connazionali in pericolo e per la sicurezza di infrastrutture di interesse nazionale come aziende e piattaforme petrolifere italiane situate nelle aree a rischio.
Ma l'operazione "Mare Sicuro" non convince Giorgia Meloni: "Con l’operazione ’Mare sicurò, il governo si sveglia e prende finalmente coscienza della necessità di pattugliare le nostre coste e di mettere la Marina Militare al servizio della sicurezza nazionale.
complessiva di intervento che preveda azioni concrete ed efficaci".
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