Nel 500° giorno di guerra Kiev rivuole Bakhmut

Avanzata di un chilometro nella città simbolo. Progressi anche a Tavriia, nel sud

Nel 500° giorno di guerra Kiev rivuole Bakhmut
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Yuriy Shaitan, 42 anni, guida una divisione di artiglieria della 57esima brigata Gordienko. I suoi uomini sono quelli che negli ultimi giorni hanno conquistato parecchio terreno a Bakhmut, la città (ormai fantasma), occupata e rasa al suolo dai miliziani della Wagner. Sui social Yuriy racconta quello che può, dopo che la vice ministra della Difesa Malyar ha chiesto ai soldati di pubblicare il minimo indispensabile in rete. «A casa ho moglie e figli, e vorrei che sapessero ciò che accade in tempo reale. Non posso nascondere che in queste settimane ho visto l'inferno, ma qualcosa sta cambiando. Poco per volta riprenderemo il controllo della città».

Nel tardo pomeriggio del 1° luglio la 57esima brigata ha sfondato la prima linea russa nell'area delle alture di Berkhovka, innescando la controffensiva in una delle zone (assieme a Mariupol) più iconiche di questo conflitto. Mercoledì, con un blitz tenuto segreto ai media, è andato a trovarli il comandante delle forze di terra Oleksandr Syrskyi, stringendo mani e consegnando medaglie al valore. «Qualcuno dei miei ragazzi l'ha chiamato papà. Volevo sprofondare, poi ho capito il senso e mi sono commosso - racconta Yuriy - la vicinanza di Zelensky, dei comandanti e della popolazione è la nostra benzina». Il centro di Bakhmut è ancora lontano, ma le forze di terra stanno facendo progressi avanzando e sfruttando la potenza dirompente delle armi anticarro di fabbricazione americana. Nelle ultime 24 ore le varie divisioni della 57esima brigata sono avanzate di oltre un chilometro in direzione della città, mantengono l'iniziativa, pressano i russi e conducono azioni d'assalto lungo i fianchi settentrionali e meridionali. Siamo ancora in aperta campagna, ma gli scheletri dei palazzi di Bakhmut si vedono a occhio nudo.

A sud la situazione è incandescente. Un attacco missilistico russo ha provocato danni e un incendio a Zaporizhzhia. È accaduto a 70 km dalla centrale di Energodar, il vero nervo scoperto di Kiev. La minaccia di una catastrofe non è stata completamente eliminata «e finché ci saranno i russi non potremo considerarci al sicuro», rivela il capo degli 007 Budanov. Gli esperti dell'Aiea hanno ispezionato parte della struttura nella zona occupata dai russi, ma non riescono a ottenere il via libera per il tetto, dove Kiev denuncia la presenza di esplosivi.

Nel 498° giorno di combattimenti, i soldati di Kiev hanno condotto operazioni offensive nelle direzioni Melitopol e Berdyansk, e distrutto a Tavriia (sud) due compagnie nemiche. L'esercito di Mosca ha attaccato con 18 droni Shahed il Dnipropetrovsk, provocando due vittime. Almeno 6 persone sono morte nell'esplosione allo stabilimento di armi a Promisintez, nella regione di Samara (Russia centrale). Mosca ritiene che si sia trattato di un «atto terroristico» dei partigiani filo-Kiev di Freedom of Russia. È salito a 10 il bilancio delle vittime dell'attacco che mercoledì notte ha sbriciolato una palazzina a Leopoli. I morti vanno ad aggiungersi ai circa 9mila civili (tra cui 500 bambini) che sono stati uccisi dall'inizio dell'invasione russa nel febbraio 2022. Lo rivela l'Onu. A Rozivka (Zaporizhzhia), 20 soldati russi hanno disertato.

Feroci battaglie sono in corso nel Kherson, dove i russi perderebbero 5 uomini contro 1 degli ucraini, mentre a Velika Novosilka (Donetsk) sono stati bombardati 15 insediamenti. L'Onu ha invitato Russia e Ucraina a dare l'opportunità a esperti tecnici di valutare i danni causati al gasdotto Togliatti-Odessa.

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