Nel labirinto di donne Givenchy trova la via

Sete e capi animalier I piumini oversize sono la nuova sfida di Stella McCartney

diParigi Nel labirinto dell'identità femminile Riccardo Tisci riesce a trovare la giusta via. L'incredibile collezione Givenchy del prossimo inverno è infatti una sommatoria d'immagini di donna tra sacro e profano: Iside in chiave pop, la regina del reggimento e l'atletica bellezza che crede solo nella moderna religione dello sport. La sfilata si svolge al Carreau du Temple trasformato in un gigantesco labirinto di legno dove prima si perdono gli ospiti alla ricerca del posto a sedere, poi le modelle che devono fare un vero e proprio percorso a sorpresa tra scale e curvea gomito. Lo show comincia con un pastrano militare di rara bellezza. Seguono una serie di vestiti in seta stampata con motivi ripresi dalla cultura egizia. Una ragazza sfoggia la grande collana a forma di occhio di Horus, sul giubbotto di un'altra compaiono le piume di Maat, ma tutte sembrano pronte per una notte in discoteca oltre a indossare curiose scarpe con calza di pelle o camoscio incorporata. All'improvviso arrivano dei capi animalier tra cui un trench in cavallino stampato a giaguaro con inserti di pitone e lo sprone trasformato in piccolo bomber. È l'inizio di un fiume in piena di proposte sport-couture una più bella dell'altra anche se non si capisce perchè dal tutto nero ogni tanto si passa alle fantasie tipo Giuditta di Klimt. In ogni caso le donne oggi sono così, dolcemente complicate come canta la Mannoia, fragili e toste allo stesso tempo. Lo dimostrano le numerose collezioni disegnate da designer di sesso femminile. Le più belle sono firmate da Stella McCartney e da Chitose Abe per Sacai. La figlia dell'ex Beatle lavora con notevole maestria sulle proporzioni oversize del piumino con imbottitura cruelty free aperto sui fianchi da due cerniere per cui ci si può vestire a strati come impone il clima impazzito. Sotto compaiono gonne alla caviglia oppure pantaloni a mezzo polpaccio in entrambi i casi con pieghe e piegoline che ne moltiplicano l'ampiezza. Camicie, pullover, lunghe tuniche oppure impalpabili sottovesti di raso completano l'immagine di una donna che non ha tempo da perdere, ma segue i diktat della moda. Bellissimi i colori: rame, blu navy, giallo oro, nero, celeste e un paio di uscite da scossa in rosa shocking e rosso bandiera. Da Sacai domina come sempre l'abbinamento del nero con il blu, ma stavolta ci sono tocchi di marrone dorato, di giallo, azzurre e mandarino. Le forme sono meravigliose e non parliamo dei materiali: pieghe di velluto trattenute da cinghie militari, la giacca da ussaro in tessuto di sintesi trasparente, pellicce fatte con un patch di stemmi militari, di tutto, di più. La donna Celine da almeno tre stagioni porta pantaloni lunghissimi con zampa d'elefante grandissima sotto alle tuniche smilze e un po' sbrindellate. Stavolta Phobe Philo aggiunge una specie di mantellina al posto dello sprone sui capispalla e nel backstage parla di «paracadute», ovvero della funzione protettiva degli abiti. Intanto le donne Celine dovranno proteggersi dalla polmonite perché la designer ha proposto soprattutto sandali da francescano con la zeppa. Senza calze, ovviamente. L'adorabile Sybilla, designer spagnola degli anni Ottanta, tornata in scena con grande gioia dei suoi molti fan, propone un layering di forme semplici e colori complicati: verde, lilla, giallo e azzurro pieno. Stupendo il suo cappotto nero con striscia d'oro zecchino spalmata sul bavero per non parlare di quello in feltro rosso fatto a mano. Da Hermés la stilista Nadege Vanhee-Cybulsky parla di sculture in movimento e in effetti le prime uscite sono modelli talmente rigidi che sembrano cartonati. Per fortuna la storia si stempera nei soliti completi di cashmere della maison con la nuova proporzione del pantalone a mezzo polpaccio e quelle solide tinte del vero chic: blu, tortora, verdone. Inspiegabile infatti l'abito giallo zafferano del finale.

Bellissima invece la pochette a mezzaluna con chiusura in quarzo a forma di gessetto. Nome in codice «Baton de craie», bastoncino di gesso. Prezzo: di sicuro altissimo. Un oggetto destinato a passare di madre in figlia per generazioni.

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