Non bastano le critiche per le sue strategie nella gestione della crisi politica e i mugugni di chi chiede un cambio di segreteria. Adesso Nicola Zingaretti dovrà fare i conti anche con la "questione donne": il leader del Pd è finito nel mirino di diversi esponenti per non aver mantenuto la promessa di una giusta rappresentanza femminile nello scacchiere del governo guidato da Mario Draghi. Il piano del segretario dem sarebbe quello di colmare questo vuoto assicurando un equilibrio di genere con le nomine di sottosegretari che avverranno nei prossimi giorni. "Nella selezione della componente del Pd nel governo, questo nostro impegno (di nominare donne, ndr) non ha trovato rappresentanza", aveva lamentato Zinga dopo l'annuncio della squadre dei ministri.
Ora lo stesso segretario del Partito democratico si trova al centro di una bufera interna. Nella giornata di ieri la Conferenza delle donne dem ha chiesto la convocazione urgente della Direzione nazionale, sottolineando come l'assenza di ministre all'interno del nuovo esecutivo abbia "sollevato una forte reazione negativa tra le nostre iscritte e nostri iscritti e tra le nostre militanti e i nostri militanti". Il che ha determinato "una caduta di autorevolezza nei rapporti con le associazioni e l'intera società".
L'ira delle donne Pd
A prendere la parola è stata anche Laura Boldrini, che non ha usato mezzi termini per giudicare negativamente le recenti azioni del Pd in tema di formazione del governo: "La mancanza di donne nella delegazione del Pd al governo dimostra che, ancora oggi, nel Pd il potere è questione per soli uomini. L'uguaglianza di genere non è purtroppo un elemento identitario del nostro partito". L'ex presidente della Camera ha denunciato uno scollamento "tra quello che si scrive nei documenti e le scelte politiche che si fanno". "Propongo che in ogni sede di partito l'uguaglianza di genere diventi tema di discussione, anche nei gruppi parlamentari", ha concluso.
Tra le molteplici richieste avanzate vi sono una rapida nomina di una vicesegretaria del partito e una serie di "azioni dimostrative", organizzando ad esempio "una iniziativa simbolica come OccupyPD". Le cariche dovrebbero essere condivise (un uomo e una donna) o, laddove non fosse possibile, procedere con l'alternanza. A chiedere scusa è stato lo stesso Nicola Zingaretti, che si è rivolto così agli uomini del Partito democratico: "È accaduto, è grave e non deve più accadere. La giusta rabbia a cui bisogna dare una risposta non la dobbiamo mettere con la polvere sotto il tappeto ma utilizzarla per superare i limiti che ci sono".
Schierandosi a favore dell'ipotesi di una vicesegretaria al suo fianco, ha colto l'occasione per chiarire le circostanze della situazione: "Non nego l'errore, la battuta d'arresto, ma questo è l'unico partito italiano in cui le donne rappresentano almeno la metà degli organismi dirigenti ed esecutivi, nella presidenza e nella gestione di molte commissioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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