C'è la bandiera russa, non quella ucraina: la sinistra in piazza toglie la maschera

Cori contro la Nato, attacchi al governo Meloni e addirittura la richiesta di sospendere le sanzioni alla Russia: da Roma è tutto. E Letta viene contestato: "Guerrafondaio, vai a casa"

C'è la bandiera russa, non quella ucraina: la sinistra in piazza toglie la maschera

Qualche segnale era già arrivato, ora la maschera della sinistra è caduta. La manifestazione per la pace in corso a Roma conferma tutte le ipotesi delle ultime settimane: è pacifismo da salotto, senza proposte e senza idee, ma con tante contraddizioni. Giuseppe Conte presente e accolto da una star dai suoi ammiratori, tanti esponenti Pd e della sinistra più o meno estrema: le parole sono sempre le stesse, cessate il fuoco. Ma i colori gialloblu dell’Ucraina non si vedono granché, anzi, non sono mancati gli stendardi dedicati a Mosca.

Cori contro la Nato e bandiere russe

I pacifisti – o pacifinti – hanno sfoggiato bandiere, striscioni e cori di ogni tipo. Come già evidenziato in precedenza, non c’è traccia di bandiere ucraine. Gli stendardi russi invece non sono mancati. Così come non sono risultati assenti i soliti cori contro la Nato e dunque contro gli Stati Uniti. C’è chi ha colto l’occasione per attaccare il governo, a partire dal premier Meloni: “Non sono Fratelli d’Italia, sono servi della Nato! Cacciamo il governo Meloni”, uno dei cartelli esposti con tanto di falce e martello comunista. C’è anche chi è andato oltre, invocando lo stop alle sanzioni contro il Cremlino in nome della pace. Anche in questo caso, un compagno. Finita qui? Assolutamente no: la ciliegina sulla torta è una bella bandiera dell'Iran.

La sinistra getta la maschera

La sinistra propone la pace, ma non dà soluzioni. Una proposta che ricorda molto i desiderata delle vincitrici di Miss Italia, frasi di rito messe lì senza sforzarsi troppo. Una delle poche idee è quella del Movimento 5 Stelle, con Giuseppi tranchant: basta armi all’Ucraina. Kiev deve fare i conti da quasi nove mesi con gli assalti russi, ma è già armata abbastanza. Anche in questo caso, senza entrare troppo nel dettaglio. Al massimo gli ucraini possono ricorrere alle fionde o ai gessetti colorati.

Come dicevamo, in piazza è presente anche il Pd. Letta ha ribadito il suo unico pensiero: “Sono qui perché la pace è la cosa più importante di tutte. Siamo qui per dire la nostra, in silenzio, marciando, come credo sia giusto fare in questo momento per la pace, per l'Ucraina, perché finisca questa guerra e perché finisca l'invasione della Russia”. Da casa dem, comunque, almeno arrivano attestati di sostegno e vicinanza al Paese di Zelensky. Dito puntato contro la Russia, senza se e senza ma. Tra i tanti commenti, ecco quello di Laura Boldrini: “Hanno parlato le armi, troppo. Ha parlato la diplomazia, troppo poco. Oggi con una grande manifestazione a Roma parla il popolo della pace: no alla guerra in Ucraina. Mettiamo Putin con le spalle al muro. Grazie infinite alle associazioni per questa bella iniziativa". Resta il fatto che i vertici piddì hanno provato a mettere il cappello sull’iniziativa, finendo per condividere la piazza con politici/manifestanti dalle idee diametralmente opposte.

Come da tradizione, però, non mancano le frizioni all’interno della sinistra. Lo stesso Letta è finito nel mirino di Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista: “Noi siamo in piazza nonostante questa ipocrisia perché ora l'importante è far crescere il movimento per la pace e fermare l'isteria bellicista che ci sta portando sull'orlo della guerra nucleare. Il Letta a due piazze è un guerrafondaio infiltrato tra i pacifisti”. Il futuro ex segretario dem è stato inoltre contestato da alcuni partecipanti. “Guerrafondaio, filo americano, vai a casa”, le urla nei suoi confronti. Un bel clima, non ci sono dubbi.

Terzo polo all'attacco

In piazza a Milano per ribadire sostegno all’Ucraina senza troppi distinguo, il Terzo polo non lesina critiche alla sinistra. Carlo Calenda senza mezzi termini: "A Roma una manifestazione contro 'il bellicismo europeo’ e il diritto dell'Ucraina di difendersi; a Milano una piazza contro l'aggressione Russa, per il sostegno all'Ucraina e la libertà di chi resiste. Resistenza vs Resa. Difficile rimanere nel mezzo invocando il 'ma anche’”.

Durissimo l’attacco a Conte firmato dal presidente di Iv Ettore Rosato: "A Conte, che come sempre specula, dico che siamo tutti contro la guerra, a nessuno piace mandare armi. Lo facciamo perché il popolo ucraino è vittima di un'aggressione ingiustificabile. Solo gli amici di Putin, i codardi e gli opportunisti si voltano dall'altra parte".

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