Professor Cesare Mirabelli, come valuta la risposta del premier Draghi alla nota del Vaticano?
«Enuncia due principi saldi, che lo Stato è laico, non confessionale, e che rispetta il Concordato. Il problema è se, posti questi principi, non si possa prevenire un conflitto tra la Repubblica italiana e il Vaticano e valutare la migliore soluzione per garantire al meglio i diritti di tutti. Ci potrebbe essere un contenzioso di interpretazione. Le parti possono nominare una commissione. Il giudice può rinviare gli atti alla Corte costituzionale. Ma così si alimenta la conflittualità».
Come evitare conflitti?
«L'esigenza non è di stravolgere la legge ma di rafforzare la tutela dei diritti di libertà e renderne più chiare e inequivoche le garanzie. Il Parlamento non deve obbedire a segnalazioni esterne, affatto, ma di fronte alla segnalazione di un problema può valutarlo, farlo proprio. Mi sembra che sarebbe un elemento di saggezza. Alcune segnalazioni arrivano da studiosi molto accreditati, costituzionalisti e penalisti. Sono preferibili reciproche rigidezze o è opportuno un percorso di riflessione?».
Quale ritiene l'elemento prioritario che mette a rischio le libertà di tutti?
«Sono necessarie maggiori garanzie nell'articolo 4: quando c'è una manifestazione del pensiero anche non condivisibile, persino esecrabile, da combattere, ma che nelle intenzioni del soggetto non sia diretta a suscitare odio e istigazione. Occorre un'intenzionalità di violenza e questo nel testo non è chiaro. Immagini anche solo un'omelia ispirata a una concezione antropologica, la natura dell'uomo e della donna e la differenza tra i sessi, in contrasto con le definizioni della legge».
La ratio della legge è difendere omosessuali e transessuali dalla discriminazione.
«Ma in base a questa legge anche la non benedizione delle unioni sessuali può essere considerata una discriminazione. O un libro che metta in discussione che l'omosessualità non sia una malattia. Anche se dissentiamo, si limita la libertà di ricerca. La ripubblicazione di un libro ottocentesco può essere punito? Occorre grande chiarezza nel campo penale».
La nota del Vaticano parla di libertà per associazioni e organizzazioni.
«Se in associazioni giovanili o seminari escludo la presenza di uomini o donne o altre categorie di soggetti, è discriminazione? In Argentina si discute se un parroco possa rifiutare a chi cambia sesso una nuova annotazione nel libro di battesimo. Se il parroco non accetta non incita all'odio».
Zan parla di «ingerenza», Fico di «sovranità violata», persino l'attore Alessandro Gassman sente una «ventata di Medioevo».
«Quando c'è un accordo tra due Stati e una delle parti vede il rischio di violare l'accordo, è ingerenza o collaborazione se informi l'altra parte delle criticità che avverti? Lo stesso tono della nota non è da dichiarazione di guerra ma di segnalazione di una criticità. Libero il Parlamento di accantonarla, ma vogliamo garantire nel migliore dei modi la libertà di manifestazione del pensiero?».
Nella Chiesa stessa ci sono divisioni sulla nota: ad alcuni sembra lontana da Gesù e dai Vangeli.
«Il punto di fondo che supera questa critica è la tutela della dignità della persona, che riguarda tutti.
È un principio di eguaglianza radicale: difendiamo i cattolici per difendere la dignità e la libertà di tutti. Questo incide anche sulla scuola, che deve accogliere tutti e educare alla tolleranza verso tutte le persone, non verso alcune categorie, e rispettare la responsabilità educativa dei genitori».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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