In piena emergenza sanitaria, col Paese bloccato e lugubri prospettive economiche, Alitalia viene nazionalizzata. Nel decreto contenente le misure a sostegno dell'economia, è stata prevista l'istituzione di un fondo da 600 milioni per il 2020 a favore del trasporto aereo; teoricamente per l'intero settore, ma che in pratica, con la finalità di salvaguardare il servizio pubblico, andranno interamente (o quasi) a quella che torna a essere la compagnia di bandiera. Viene autorizzata «la costituzione di una nuova società interamente controllata dal Ministero dell'economia e delle Finanze ovvero controllata da una società a prevalente partecipazione pubblica anche indiretta» che dovrà acquisire dall'amministrazione straordinaria gli asset esistenti.
Il decreto precisa che il commissario è autorizzato a porre in essere ogni atto riguardante la cessione dei complessi aziendali. Il ministero dell'Economia e delle finanze «è autorizzato a partecipare al capitale sociale o a rafforzare la dotazione patrimoniale della nuova società, anche in più fasi e anche per successivi aumenti di capitale o della dotazione patrimoniale, anche tramite società a prevalente partecipazione pubblica anche indiretta». In un altro articolo del decreto vengono destinati 200 milioni al rifinanziamento del cosiddetto «fondo volo» per il sostegno del personale del trasporto aereo (va ricordato che Air Italy ha di recente chiuso l'attività e licenziato tutti i dipendenti).
Il governo ha dunque deciso di finanziare nuovamente la compagnia che nessuno ha voluto acquistare. Oggi tutto il trasporto aereo è in profonda crisi e la decisione (impopolare) appare favorita principalmente da due fattori: l'ammorbidimento della Ue sugli aiuti di Stato e, dal punto di vista comunicativo, il fatto che la notizia di per sé sensazionale passi, se non inosservata, almeno in secondo ordine rispetto alle priorità di questo tragico momento.
I dettagli dell'operazione sono ancora imprecisabili. Di certo oggi non c'è un piano industriale per il recupero di efficienza della compagnia, anche perché gli operativi, soprattutto i voli internazionali, cambiano continuamente seguendo le decisioni delle autorità; in questi giorni, con grande tempestività, Alitalia ha dimostrato di essere ormai in un'ottica di servizio pubblico, mantenendo i collegamenti con gli aeroporti italiani e andando a prendere italiani bloccati in varie parti del mondo.
Ma i soldi del resto da quasi tre anni sono solo dello Stato: nella pratica, pubblica già lo era. Ma senza una visione industriale impossibile in questo momento i 600 milioni appaiono pochi e fortemente a rischio. Ma a nazionalizzazioni nel trasporto aereo dovremo probabilmente abituarci.
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