I sindacati si dividono sullo sciopero proclamato per il 16 dicembre da Cgil e Uil, con un fermo di otto ore e manifestazione nazionale a Roma - da cui resterà fuori il settore della sanità, ha annunciato ieri Maurizio Landini. Lo scontro ormai è aperto. La Cisl che prende atto «con rammarico» della decisione e ribadisce che considera «sbagliato ricorrere allo sciopero e radicalizzare il conflitto in un momento tanto delicato per il Paese». Il centrodestra si schiera con la Cisl, come del resto le categorie economiche che criticano una mobilitazione simile in una «fase delicata» per il Paese, non solo per la pandemia ma anche per la partita decisiva della ripresa dell'industria e dei consumi, che si gioca anche e soprattutto nel periodo natalizio. «Lo sciopero generale proclamato da alcuni sindacati rappresenta un errore, soprattutto un danno per la ripresa economica. Credo che Cgil e Uil debbano ripensarci se veramente hanno a cuore la ripresa del nostro Paese», dice Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia. Per il leader della Lega Matteo Salvini «è inspiegabile e irresponsabile la scelta della Cgil di indire uno sciopero poco prima di Natale, dopo che il governo ha tagliato le tasse anche per i dipendenti e i pensionati. Ringrazio la Cisl per il senso di responsabilità che dimostra». Accuse a cui ieri ha replicato in conferenza stampa il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri: «Non siamo irresponsabili, né vogliamo spaccare il Paese».
Sorpresa e disappunto per l'iniziativa erano già trapelati da Palazzo Chigi, dove non si comprende la reazione sindacale su una la legge di bilancio che invece «è espansiva e sostiene con i fatti lavoratori, pensionati e famiglia». Ma anche per le categorie economiche si tratta di uno sciopero «inopportuno e divisivo considerando che non c'è compattezza neppure tra le maggiori sigle sindacali. La Cisl ha infatti dimostrato una maggiore sensibilità nei confronti della contingenza sociale che viviamo», ragiona il presidente di Confimi Industria Paolo Agnelli. «In questo contesto è lunare pensare che il paese si fermi per uno sciopero generale - commenta il vicepresidente di Confindustria Vicenza Alberto Favero -. Neanche noi siamo soddisfatti di quanto proposto in legge di bilancio sul taglio delle imposte, ma di questo si discute e si lavora sui tavoli di confronto, che pure i sindacati hanno avuto».
Anche il centrosinistra si divide e la Lega va all'attacco del segretario Enrico Letta: «Il silenzio del segretario del Pd di fronte alla scelta della Cgil è clamoroso. Letta non ha niente da dire al suo sindacato che, irresponsabilmente, mentre il governo abbassa le tasse per lavoratori e pensionati, indice uno sciopero a pochi giorni dalle festività natalizie ed in un momento di graduale ripresa economica per molte attività gravemente colpite dalla crisi pandemica?», attacca il deputato Massimo Bitonci. Così anche il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa: «Enrico Letta non ha nulla da dire sulla Cgil? Il sindacato di Landini scende in piazza pochi giorni prima di Natale contro il governo che ha abbassato le tasse, ma dal segretario del Pd silenzio assoluto e nemmeno un plauso alla responsabilità della Cisl. Ne sarà felice il ministro Orlando, che così resta isolato». Il ministro del Lavoro non aveva nascosto «una certa sorpresa: legittima la scelta del sindacato, rispettabile, ma non la definirei affatto scontata o dovuta». Condanna la mobilitazione anche il leader di Azione Carlo Calenda, Cgil e Uil «vogliono solo dimostrare di esistere. È una strategia sbagliata che li porterà all'irrilevanza, si dissolveranno».
Critica invece verso il governo Draghi l'opposizione di Fratelli D'Italia: «La sorpresa espressa dal governo rispetto allo sciopero conferma la difficoltà che ha l'esecutivo di accettare chi non si allinea al pensiero unico - sono le parole del deputato Marco Osnato - Questo governo non è abituato ad essere contraddetto, lo sappiamo
bene noi di Fratelli d'Italia, unica opposizione in Parlamento, che non riusciamo ad avere spazi adeguati per intavolare un dibattito democratico e tantomeno godiamo del meritato diritto di replica sulle misure adottate».
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