"Noi trattati da poveracci". Di Maio pensa alle cause

Trascinare le case farmaceutiche in tribunale. L'intenzione, e la minaccia, rilanciata ieri dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio sembra essere l'unica arma del governo

"Noi trattati da poveracci". Di Maio pensa alle cause

Trascinare le case farmaceutiche in tribunale. L'intenzione, e la minaccia, rilanciata ieri dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio sembra essere l'unica arma del governo per indurre le aziende a ripristinare le consegne dei vaccini anti Covid pattuite nei contratti: «Iniziamo un'azione legale per avere le dosi, non un risarcimento in denaro».

Sulla questione è intervenuto anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia. «Sono stati presi degli accordi ben precisi e pretendiamo che quei numeri vengano rispettati. Serve uno Stato forte per imporre alle aziende il rispetto delle regole», avverte Boccia che prevede lo slittamento dell'immunità di gregge «di qualche settimana».

Ma i ritardi interessano tutta l'Europa e il commissario Domenico Arcuri, ospite del programma di Barbara D'Urso, attacca: Pfizer e Astrazeneca «stanno trattando i 27 Paesi europei come dei poveracci. Togliamoci dalla testa che l'Italia sia più penalizzata di altri». Nel ribadire che «i ritardi sono insopportabili» ed «i colpevoli saranno perseguitati» il commissario conferma che per questa settimana arriverà il 20 per cento in meno delle dosi da Pfizer.

«Non è solo un problema italiano, nei prossimi giorni faremo causa - insiste di Maio - Dovremo agire in sede europea perché si acceleri. Il punto è che dobbiamo conservare le dosi per i richiami, quindi nei prossimi giorni a livello europeo» faremo sì che «le case farmaceutiche onorino i contratti che hanno firmato. L'Italia era la prima, e continua ad esserlo, per vaccinazioni, le case farmaceutiche stanno rallentando e non se lo possono permettere. La convinzione è che abbiano fatto un passo più lungo della gamba. L'Italia ha disponibilità economica e le conoscenze per chiudere altri contratti. Ma si deve dire chiaramente che nessun Paese può fare corse in avanti».

E anche l'Ue, attraverso cui gli Stati membri hanno sottoscritto gli acquisti «centralizzati» dei vaccini, si muove, anche se non è chiaro con quali azioni: «Abbiamo intenzione di far rispettare alle società farmaceutiche i contratti che hanno firmato usando i mezzi legali a nostra disposizione», dice il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che oggi avrà un faccia a faccia con Astrazeneca. Che ricorda come con Pfizer «abbiamo battuto i pugni sul tavolo e alla fine l'annunciato ritardo di diverse settimane si è trasformato in un rallentamento delle consegne». Scontato che l'obiettivo di Bruxelles di vaccinare il 70% della popolazione adulta entro la fine dell'estate sia ormai un miraggio: «Sarà difficile», ancora Michel. Per questo, in Italia e in Europa, si fa strada l'idea di usare sieri come il cinese Sinovac e il russo Sputnik, ancora non testati e senza le classiche tre fasi di approvazione della comunità scientifica.

Anche in Italia la cosiddetta «seconda fase» rischia di saltare. «La campagna di vaccinazione degli over 80 in Italia non inizierà prima della fine di febbraio o della prima settimana di marzo» conferma il professor Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza. «Tra fine febbraio e marzo potranno essere vaccinati gli over 80», precisa.

Di Maio ricorda che l'obiettivo «è che il piano vaccinale non cambi il suo cronoprogramma e stiamo attivando assieme a tutti i paesi Ue per far rispettare i contratti». L'opposizione passa all'attacco. «Bisogna aspettare un vice-ministro a Domenica In - twitta Mattteo Salvini - per scoprire che il governo è in ritardo di settimane sul piano».

Silvio Berlusconi ha dato mandato al responsabile Sanità di Forza Italia Andrea Mandelli, di «istituire un gruppo di lavoro che rediga un piano vaccini efficace, in grado di garantire massima copertura ed efficienza. È necessario ristabilire le giuste priorità tra le categorie a rischio e mettere in sicurezza la popolazione in tempi rapidi anche per evitare un ulteriore aggravio della crisi economica».

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