Dopo la bufera mediatica sulla scarcerazione dei condannati per reati di mafia (il camorrista Pasquale Zagaria, il calabrese Domenico Perre e il boss siciliano Franco Bonura) i riflettori puntato sul giudice di Sorveglianza di Reggio Emilia che, secondo la Stampa di ieri, avrebbe respinto la richiesta avanzata dal boss Raffaele Cutolo di andare ai domiciliari dopo 42 anni di cella per sfuggire al contagio del Coronavirus in cella.
La notizia è stata ribattuta anche dal leader della Lega Matteo Salvini, che in una diretta sulla sua pagina Facebook, ieri pomeriggio, ha esultato: «Negata la libera uscita a Raffaele Cutolo». Peccato che il suo legale, l'avvocato Gaetano Aufiero, non abbia ancora evidenza della decisione del giudice di Sorveglianza, che invece starebbe prendendo tempo proprio a causa delle polemiche per i boss condannati al 41 bis e mandati a casa. «Non ho nessuna notizia. Ho solo appreso - spiega il legale - che Salvini ha dichiarato che sarebbe stata rigettata l'istanza. A noi non è arrivato nulla. Se il leader della Lega rilascia una dichiarazione dicendo che ne ha certezza, i fatti sono due: o ha le sue fonti o non sta dicendo la verità». E prosegue: «Cutolo ha 78 anni, sta molto male, questo è riportato anche nel suo diario clinico. E le sue condizioni si sono aggravate da quando è tornato in carcere dopo la degenza in ospedale terminata l'8 marzo scorso. Fu lo stesso dirigente sanitario del carcere di Parma - prosegue - comunque un medico, a scrivere che lì non può stare e ha bisogno di assistenza e di una struttura adeguata. Qualora il magistrato di Sorveglianza dovesse rigettare la richiesta andremo al tribunale di Sorveglianza di Bologna. Solo se anche lì ci venisse negata la scarcerazione ne prenderemo atto e rispetteremo la decisione del giudice».
D'altronde lo stesso governo sta cercando di arrampicarsi sugli specchi, con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che ha suggerito al Csm di destinare il magistrato Roberto Tartaglia al ruolo di vicecapo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria dopo i pasticci degli scorsi giorni, in accordo con il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra. Novità che saranno inserite nel tanto decantato nuovo decreto che il Guardasigilli ha in programma. Un modo per «mettere una pezza» dopo le polemiche.
Per la presidente dell'Osservatorio nazionale sostegno vittime, avvocato Elisabetta Aldrovandi, «scarcerare Cutolo sarebbe un grave cedimento dello stato di diritto, uno sfregio alle vittime di mafia e a eroi come Falcone e Borsellino che hanno dato la vita per combattere questa piaga».
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