"Non hanno applicato il piano pandemico". ​Speranza 5 ore sotto torchio dai pm

I pm di Bergamo a Roma dai vertici del ministero. Sentiti anche Brusaferro e Rezza. La pista del piano pandemico

"Non hanno applicato il piano pandemico". ​Speranza 5 ore sotto torchio dai pm

Si stringe il cerchio intorno al ministero della Salute e al suo vertice, Roberto Speranza. I magistrati di Bergamo ieri sono scesi a Roma per sentire il ministro, il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro, il direttore generale della prevenzione, Gianni Rezza, e il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito. Nessuno di loro è indagato, va detto. Sono stati auditi come persone informate sui fatti per chiarire i dubbi sull'aggiornamento e sulla sua presunta mancata attivazione del piano pandemico lo scorso gennaio. I pm, guidati da Antonio Chiappani e Maria Cristina Rota, hanno sentito anche l'ex direttore della prevenzione Donato Greco, l'uomo che firmò nel 2006 il piano pandemico, e il coordinatore del Cts Agostino Miozzo. Una sfilza di interrogatori che segue il blitz della Finanza nelle sedi del ministero e il sequestro di una enorme mole di documenti, file e dati contenuti nei dispositivi elettronici di alti dirigenti.

Le indagini, che in un primo momento si erano concentrate sul mancato aggiornamento del piano negli ultimi 14 anni, cosa che ormai i magistrati sembrano dare per appurata, ora si sono spostate sull'attuazione di quel documento. Posto che, sebbene non adeguato alle nuove linee guida dettate dall'Oms, il piano pandemico influenzale era "vigente", la domanda diventa: è stato applicato? Il 5 gennaio l'Oms invia agli Stati il primo avviso di allerta per le polmoniti di eziologia sconosciuta a Wuhan. Secondo la procura bergamasca a quel punto il ministero avrebbe dovuto subito applicare il piano pandemico e le sue fasi. È stato fatto? La task force ministeriale viene inaugurata solo 17 giorni dopo, il 22 gennaio. Ma anche il blocco dei voli dalla Cina, lo stato di emergenza, la ricerca di mascherine: tutto sarebbe partito in ritardo. Dai verbali di quelle riunioni emergerebbe che solo Ippolito suggerì di “riferirsi alle metodologie del piano pandemico di cui è dotata l’Italia e di adeguarle alle linee guida appena rese pubbliche dall’Oms”. Probabilmente non fu ascoltato. Secondo quanto emerso nei giorni scorsi, infatti, i dirigenti ministeriali sentiti in procura avrebbero spiegato che il piano non venne attivato giocando sul fatto che si riferiva ad una pandemia influenzale mentre Sars-CoV-2 era un virus sconosciuto. Quindi si sarebbe "navigato a vista". "Quello che sta emergendo è che non hanno mai implementato ciò che avevano, il che è più grave del fatto che non è stato aggiornato", ha detto un anonimo investigatore di Bergamo all'Associated Press.

Ieri Speranza, ascoltato per cinque lunghe ore, avrebbe ribadito questa linea difensiva. "Il piano del 2006 non è stato applicato perché 'era per l'influenza e non per il Covid 19'", riporta tra virgolette il Fatto Quotidiano. La task force a gennaio decide infatti di realizzare un documento ad hoc per il nuovo virus. Il 5 febbraio l'Iss riceve i calcoli di Stefano Merler, che prevedono migliaia di contagi e di morti, e il 12 febbraio li fa presentare al Cts. A quel punto nasce un gruppo di lavoro interno che, secretando il tutto, dà vita al cosiddetto "piano segreto" anti-Covid che però arriverà solo dopo l'esplosione dei contagi a Codogno e Vo'. "Certo che il ministro sapeva dell’esistenza del Piano pandemico", ha detto il procuratore Maria Cristina Rota all’uscita dal Ministero, senza aggiungere nulla su quanto detto da Speranza.

Per ora la procura indaga per epidemia colposa e falso, in quello che è un filone secondario dell'inchiesta sulla mancata zona rossa in Val Seriana. Dopo le audizioni i pm tireranno le fila e cercheranno di capire se i fatti costituiscono reato.

A quel punto è probabile che i fascicoli verranno inviati a Roma, che sarebbe la procura titolata a proseguire le indagini. Da quanto scrive il Fatto, peraltro, nella Capitale è già stato aperto un fascicolo. Per ora senza ipotesi di reato né indagati.

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