Non c'è una cura specifica anti Covid e le scorte di Remdesevir sono esaurite

Scarseggia l'unico antivirale approvato per l'utilizzo contro il coronavirus. Più efficaci i trattamenti per i pazienti critici

Non c'è una cura specifica anti Covid e le scorte di Remdesevir sono esaurite

Non è ancora stata individuata una terapia specifica per trattare il Covid 19. Non c'è neppure un protocollo di trattamento per i positivi asintomatici o paucisintomatici che prevenga eventuali aggravamenti.

Molti passi avanti sono stati fatti invece nella messa a punto di terapie di supporto per i casi più gravi che sicuramente hanno ridotto la letalità correlata all'infezione da Sars Cov2.

Sono passati otto mesi da quando il 31 dicembre del 2019 le autorità sanitarie cinesi segnalarono un focolaio di una sindrome febbrile connessa ad una polmonite di origine sconosciuta a Wuhan. In attesa di un vaccino in queste lunghe settimane contrassegnate dall'impegno dei medici in corsia sono stati utilizzati molti farmaci prevalentemente già in commercio per altre patologie nel tentativo di mettere a punto un protocollo «garantito» contro il Covid.

Ma come ha sottolineato Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, sono ancora molti gli aspetti sconosciuti del coronavirus e l'uso di alcuni farmaci che all'inizio avevano fatto ben sperare si è poi rivelato fallimentare.

Tutti gli esperti ritengono che oltre al vaccino una risposta efficace sarà quella offerta dagli anticorpi monoclonali prodotti in laboratorio. Il principio di cura è quello del plasma da convalescenti iperimmune. La differenza è che produrli in laboratorio permette di non avere limiti di qualità e di quantità. Non possono comunque sostituire il vaccino perché il loro effetto temporale è limitato e dunque vanno usati sui pazienti per contrastare gli effetti del virus. Uno studio messo a punto in Israele in particolare avrebbe dato risultati sorprendenti in tre pazienti gravissimi che nel giro di pochi giorni sono guariti.

Anche per gli anticorpi monoclonali come per il vaccino occorre tempo. Nel frattempo però bisogna curare i contagiati con sintomatologia più grave con quello che si ha a disposizione. Il remdesevir prima di tutto che al momento è l'unico farmaco antivirale approvato per l'uso specifico contro il Covid 19. Si tratta di un farmaco ampiamente sperimentato per altre patologie come Ebola. Purtroppo però gli Usa nel luglio scorso si sono accaparrati tutta la produzione di questo farmaco fino alla fine di settembre. E infatti due giorni fa l'Aifa ha limitato la fornitura di remdesevir soltanto nell'ambito dell'Emergency Support Instrument. «In considerazione delle scorte estremamente ridotte l'accesso al farmaco sarà gestito in fase iniziale fino a fine settembre mediante richiesta nominale all'Aifa per singolo paziente», recita la nota Aifa.

Si è rivelato utile per i pazienti in condizioni critiche il detametasone, un medicinale a base di cortisone anti-infiammatorio. Efficace appunto per i pazienti più gravi mentre non si sono evidenziati miglioramenti significati per i pazienti che non necessitavano di supporto respiratorio.

Controverso l'uso dell'idrossiclorochina al centro anche di un confronto politico dopo l'intervento del presidente Usa, Donald Trump che l'aveva rilanciata come cura certa contro il Covid.

In merito alla sua efficacia è stato pubblicato uno studio su Lancet poi ritirato per un'irregolarità nella raccolta dei dati. La conclusione degli esperti è che allo stato delle attuali conoscenze non risulta alcun beneficio dall'idrossiclorochina nella cura del Covid.

FA

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