È ancora scontro a distanza tra Matteo Salvini ed Enrico Letta. Questa volta a far infuriare il segretario del Partito democratico è stata una dichiarazione rilasciata dal leader della Lega, in un'intervista a La Repubblica, che in sostanza ha lanciato un avvertimento chiaro al premier Mario Draghi: "Ma su, siamo realisti: non sarà questa maggioranza a fare la riforma della giustizia e del fisco...". Perché se sei in Parlamento con Movimento 5 Stelle e Pd, "per i quali chiunque passa lì accanto è un presunto colpevole, è dura...". Il numero uno del Carroccio non riesce a immaginare lunghissima ed eterna vita di questo governo, la cui esistenza sarà probabilmente delineata alla dimensione dell'emergenza. Per cui ritiene difficile pensare al varo di provvedimenti strutturali nei prossimi mesi. Non intende dare scadenze al presidente del Consiglio, il quale se però deciderà di candidarsi per il Quirinale "avrà nella Lega un sostegno totale".
"Salvini esca dal governo"
Le parole di Salvini hanno provocato la solita reazione polemica del nuovo segretario del Partito democratico, che intervenendo nel corso dell'assemblea nazionale di Articolo uno ha messo subito le cose in chiaro: "Questo governo è qui per fare le riforme. Lo appoggiamo perché per gli italiani sono fondamentali". Da qui le parole dure indirizzate proprio al leader della Lega: "Se Salvini dice che questo governo non farà le riforme, allora ne tragga le conseguenze ed esca dal governo".
L'ex premier ha rimarcato con forza le differenze dal Carroccio. Teme ad esempio che il partito sia entrato nell'esecutivo solo per intestarsi le riaperture e partecipare all'approvazione del Recovery Fund: "Se le cose stanno così, credo che le nostre strade debbano rapidamente divergere. Abbiamo un approccio completamente diverso". Infatti Letta ritiene che il governo non debba semplicemente limitarsi al varo del Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla campagna di vaccinazione, ma che debba concentrarsi su come partorire le riforme: "Non si può eludere ora il nodo della riforma fiscale o della giustizia. Se non facciamo la messa a terra, butteremo via la grande occasione di Next Generation Eu".
Gli ha fatto eco Maurizio Landini, secondo cui è giunto il momento delle riforme altrimenti si corre il rischio di rimanere intrappolati in un vicolo cieco: "Abbiamo bisogno di leggi sui contratti di lavoro, che diano spazio alle persone.
Garantire che i minimi dei contratti come salario sotto il quale non si può scendere, ma anche riconoscere ferie, malattia, infortuni, orari, diritto alla formazione". Perciò il segretario nazionale della Cgil ha sottolineato l'importanza di una "discussione che attraversa il paese e che coinvolge i sindacati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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