"Troveremo un compromesso", imbarazzo della candidata dem sulle armi in Ucraina

Messa alle strette sulle armi all'Ucraina, la candidata nelle liste Pd si arrampica sugli specchi. "Troveremo un compromesso alto". De Angelis la gela: "Su questo non c'è escamotage retorico"

"Troveremo un compromesso", imbarazzo della candidata dem sulle armi in Ucraina

Quel temuto momento, prima o poi, arriva. Anche in campagna elettorale. A volte bastano solo un'obiezione schietta o un minimo di contraddittorio e il politico di turno si ritrova con le spalle al muro. Costretto a prendere una posizione senza la possibilità di scappatoie retoriche. In questa cruciale situazione si è ritrovata nelle scorse ore Elly Schlein, vicepresidente dell'Emilia Romagna nonché candidata indipendente nelle liste Pd alle prossime elezioni. In tv, precisamente, l'ex europarlamentare è stata messa alle strette sull'invio delle armi in Ucraina, lasciando trasparire un certo imbarazzo sull'argomento.

Già, perché Schlein nei mesi scorsi aveva dichiarato che la pace in Ucraina non la si otteneva con le armi e aveva definito sbagliato l'aumento delle spese militari. Di fatto, una posizione in contrasto con le istanze votate a suo tempo dal Pd. Ora che la 37enne di origini elvetiche correrà nelle liste dei dem, tuttavia, la questione torna ad assumere un interesse elettorale, oltre che politico in senso stretto. Il tema, non a caso, è stato sollevato ieri su La7 dal conduttore Alessandro De Angelis, il quale ha incalzato in tal senso la vicepresidente di regione. "Se andate al governo siete divisi...", ha fatto notare il giornalista. E per Elly è iniziata l'arrampicata sugli specchi.

"Se andiamo al governo troveremo anche su questi temi importanti un compromesso alto, come siamo stati in grado di fare su temi che prima non erano parte del centrosinistra", ha abbozzato dapprima la candidata. Ma De Angelis non le ha perdonato quella vaghezza. "Guardi che su questo non c'è escamotage retorico: le armi si mandano o non si mandano. Non è che mettiamo i fiori nei cannoni per difendere la gente che sta sotto le bombe", ha incalzato il giornalista, esortando l'ospite a esprimersi con maggiore chiarezza. A quel punto, Schlein ha dunque argomentato meglio la propria posizione ma l'effetto non è stato certo soddisfacente.

"Ho avuto una posizione dubbiosa sull'invio di armi in Ucraina perché ho delle compagne e dei compagni che hanno votato a favore nel Parlamento e quindi ho detto che secondo me non è con le armi che si risolve un conflitto con una potenza nucleare. Da federalista europea convinta, con nessun dubbio sulla mia collocazione atlantica, vorrei vedere un ruolo più forte dell'Unione Europea e delle sue istituzioni nel cercare una via per porre fine a questa conflittualità...", ha affermato la vicepresidente dell'Emilia Romagna, senza però offrire una concreta strategia per affrontare un Paese che in più occasioni ha paventato l'uso della bomba atomica.

Da qui, l'ennesimo rimbrotto di De Angelis. "Pensa che Draghi non abbia fatto il possibile?", ha domandato il giornalista, quasi stizzito. E ancora: "Le sembrava Putin piuttosto predisposto al dialogo?". Messa alle strette, Schlein ha a quel punto ammesso: "Non mi sembrava affatto predisposto al dialogo. Dopo di che è con l'Ucraina, alla quale abbiamo dato pieno supporto, che dobbiamo capire come far finire questo conflitto".

Anche in questo caso, un'impasse non da poco, visto che l'Ucraina non è certo l'unico attore in gioco e che la pace - notoriamente - non la si fa da soli.

Poi, di colpo, l'esponente politica ha ritrovaro una certa sicurezza: alla prima occasione di attaccare il centrodestra (e archiviare l'argomento spinoso), quell'imbrazzo è stranamente svanito.

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