Un sopralluogo di due ore per cercare una traccia, anche minima, di Kata. All'hotel Astor di Firenze ieri è arrivato anche il generale Luciano Garofalo, ex comandante del Ris di Parma, consulente dei genitori. «Abbiamo trovato spunti interessanti per nuove analisi» spiega. Non si sa se si riferisca alle tracce di sangue trovate nei rubinetti qualche giorno fa o a qualche elemento nuovo. Ma al momento ogni passo, seppur piccolo, nelle indagini è utile a non spegnere le speranze o, se non altro, a cercare una risposta.
Kata, la bimba peruviana di 4 anni, è sparita il 10 giugno. Non poco. E ogni giorno ci si aspetta tutto e il contrario di tutto: che rispunti dal nulla o che arrivi la notizia che nessuno vuole dire ad alta voce.
Per quanto la sua storia sia avvolta da tanti elementi stonati - il contesto sociale, li racket degli affitti, il ruolo della famiglia poco chiaro - solletica l'incubo di tutti i genitori: la sparizione dei figli.
Sembra incredibile ma in Italia si contano, solo nei primi quattro mesi dell'anno, 5.908 casi: 1.319 italiani e 4.589 stranieri. Sono i dati diffusi dall'Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse in occasione della Giornata internazionale a loro dedicata. Quasi seimila famiglie che hanno fermato vita e respiro. Alcune per pochi giorni, altre tutt'ora. Sul totale delle scomparse, la percentuale dei ritrovamenti è stata del 73,84% per i minori italiani ed al 31,58% per i minori stranieri.
Quello che sconvolge ancora di più è che non tutti i bambini vengono cercati. Molti perchè non hanno nessuno che si possa preoccupare per loro, come i ragazzi delle case famiglia, degli istituti, gli stranieri che scappano per raggiungere i genitori all'estero. Tanti minori stranieri fuggono dalle strutture di accoglienza - nelle quali, al loro arrivo in Italia, vengono ospitati. Il profilo del minore italiano che scompare invece delinea, in una grande maggioranza casi, giovani che si allontanano per motivi di disagio e che il più delle volte vengono rintracciati o rientrano spontaneamente.
I numeri indicano un trend sostanzialmente analogo a quello registrato nel 2022, quando i minori scomparsi sono stati in totale 17.130. Le denunce hanno riguardato 4.128 minori italiani e 13.002 minori stranieri.
«Agire con tempestività in caso di scomparsa è indispensabile» scrive il sito del Ministero dell'Interno. E si pensa alla storia di Kata. Le prime ore, quelle immediatamente successive alla scomparsa, sono fondamentali per scongiurare i rischi anche per l'incolumità del minore. La legge consente a chiunque di effettuare una denuncia, quindi anche un vicino di casa o un conoscente possono attivarsi.
Nella sua campagna contro la scomparsa dei minori, il ministero ricorda i diversi strumenti messi a disposizione dalle istituzioni per arginare il fenomeno: oltre al Numero Unico di Emergenza 112, il Numero Unico Europeo di Emergenza 116.000, affidato in Italia al ministero dell'Interno e gestito dal Telefono Azzurro. Cosa succede dopo aver lanciato l'allarme? Dopo la denuncia, prende avvio un meccanismo per ritrovare la persona e può essere attivato dalla prefettura della provincia uno specifico piano delle ricerche che coinvolge, secondo i casi, le Forze di polizia, i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino e Speleologico.
Nel giallo dell'hotel Astor interverrà l'Arma. Nei prossimi giorni gli investigatori, coordinati dai magistrati della Dda, torneranno nell'ex albergo per nuove ricerche oltre a quelle dell'ex comandante dei Ris Garofalo. Che sostiene siano ancora fondamentali i sopralluoghi, anche dopo quattro mesi dalla scomparsa: «Chi viveva e sapeva quali erano le dinamiche, dal nostro punto di vista è importante. Possiamo riflettere insieme alla mamma rispetto a un evento e ottenere indicazioni su quello che rimane un mistero: è uscita, non è uscita, è ancora lì dentro. Da questo punto di vista valuteremo queste riflessioni».
La Procura intanto ha iscritto nel registro degli indagati per l'ipotesi di reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, cinque persone, tra le quali due zii della bambina, uno paterno, il 19enne Marlon Edgar Chicclo, e uno materno, il 29enne Abel Alvarez Vasquez, il quale attualmente è in carcere per presunto racket delle stanze dell'hotel occupato abusivamente.
La Procura ha disposto accertamenti tecnici irripetibili, volti ad accertare la presenza di materiale biologico o genetico e all'estrapolazione di eventuali profili del Dna (da borsoni, trolley e da rubinetti di stanze dell'hotel Astor) e alla loro successiva comparazione con quello della piccola Kata.
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