«Non è un liberi tutti». Rimangono le restrizioni. Non si potrà uscire liberamente. «Ci dovrà essere sempre un motivo per spostarsi», dice il premier. E per questo restano le autocertifcazioni.
È prevalsa la linea dura dei ministri Boccia e Speranza che chiedevano di non abolirle per non dare un messaggio di ritorno alla normalità. Ci si potrà spostare all'interno della propria regione ma non tra regioni diverse se non per motivi di assoluta urgenza o di lavoro.
«Mi rendo conto che è un regime molto pesante, ma si muoveranno milioni di lavoratori, non si può uscire liberamente». Il modulo resta, ma alle tre motivazioni (motivi di lavoro, salute, o di necessità) si aggiungerà anche l'incontro con i congiunti. Dal 4 maggio si potranno fare «visite mirate», cioè andare a trovare i parenti e familiari purché abitino all'interno della regione dove si vive. Ma «attenzione», si dovrà farlo rigorosamente con mascherine, «nel rispetto delle distanze di almeno un metro.
Non sono consentite riunioni e ritrovi famiglia», precisa Conte. Anche «con i parenti bisogna stare attenti» e le maxi-tavolate non sono consentite.
Sarà anche permesso di rientrare «sempre in ogni caso» nei propri luoghi di residenza o domicilio per tutti coloro che erano rimasti bloccati dal lockdown e delle misure restrittive, come gli studenti che studiano in una regione e magari hanno la famiglia in un'altra.
Non è quindi una «tana libera tutti». Anzi. La fase 2 non consentirà assembramenti e no anche alle cene tra amici.
Non saranno consentiti gli spostamenti verso le seconde case a meno che non siano all'interno della regione di residenza,
come invece autorizzati dalla Liguria ieri con specifica ordinanza.Chi risiede in comuni che sorgono in zone di confine e che necessita di spostarsi nella regione limitrofa potrà farlo per motivi di lavoro o di necessità.
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