Non vediamo il nemico che si avvicina

La favola dell'islam moderato e della sua compatibilità con la democrazia nasce e muore in Turchia in meno di un secolo

La favola dell'islam moderato e della sua compatibilità con la democrazia nasce e muore in Turchia in meno di un secolo. Il laicista Kemal Ataturk, fondatore della Repubblica nel 1923 sulla base di una Costituzione dove la parola «islam» non compare neppure una volta, si rivolterebbe nella tomba nell'apprendere che l'attuale presidente Erdogan sta riesumando un neocaliffato ottomano promuovendo l'islamizzazione sia all'interno del Paese sia nell'insieme dell'area di influenza in Medio Oriente, nel Caucaso, nei Balcani e all'interno stesso dell'Unione Europea laddove risiedono consistenti comunità turche.

La pubblicazione due giorni fa sulla Gazzetta ufficiale di una nuova legge che abolisce il divieto di indossare il velo islamico a scuola e al tempo stesso proibisce alle studentesse di truccarsi e a tutti di sfoggiare tatuaggi o piercing, è l'ultima iniziativa di una strategia volta a scardinare la laicità delle istituzioni.

Dopo aver affidato alla Turchia il ruolo centrale nell'esplosione della cosiddetta «Primavera araba», immaginando che potesse diffondere il modello di «democrazia islamica» che avrebbe assicurato stabilità e prosperità nell'insieme della sponda orientale e meridionale del Mediterraneo, l'Occidente continua a perpetuare un errore epocale lasciando mano libera a Erdogan in Siria ed Irak, che hanno cessato di essere Stati nazionali unitari e sovrani, ridotti a campo di battaglia di bande terroristiche islamiche su cui ha preso il sopravvento l'Isis (Stato islamico dell'Irak e del Levante), contrastato dai curdi, dall'esercito siriano di Assad e da ciò che resta dell'esercito iracheno. Sappiamo tutti che la Turchia è il principale responsabile di questo stravolgimento della realtà geopolitica essendo il punto di transito pressoché esclusivo dei terroristi islamici provenienti da tutto il mondo e diretti in Siria. È stato proprio il sindaco di Suruç, ultima città turca prima di arrivare in Siria, Orhan Sansal, ad accusare negli scorsi giorni la Turchia di aiutare i terroristi dell'Isis: «La frontiera è attraversata da camion carichi di armi, giovani occidentali pronti ad arruolarsi tra le file dell'Isis, feriti di guerra che poi vengono curati negli ospedali di Ankara e intanto i bambini sono abbandonati».

Facciamo finta di non sapere che Erdogan ha negoziato con il sedicente Califfo Al Baghdadi ottenendo negli scorsi giorni la liberazione di 49 diplomatici turchi sequestrati a Mosul tre mesi fa senza pagare un riscatto. Facciamo finta di non vedere che i terroristi dell'Isis si sono spinti indisturbati fino alla frontiera con la Turchia nel cantone curdo-siriano di Kobane (Ain al-Arab) sbaragliando i miliziani curdi. Facciamo finta di non capire che l'annunciata disponibilità di Erdogan a partecipare con forze terrestri turche solo in Siria è finalizzata a spezzare la continuità territoriale tra le aree del Kurdistan turco controllate dal Pkk e quelle del Rojava siriano controllate dalla guerriglia curda.

È dal 1974 che ci siamo dimenticati che la Turchia sta occupando militarmente un territorio europeo, la parte settentrionale di Cipro, dopo aver costretto 200mila greco-ciprioti cristiani a lasciare la propria terra rimpiazzandoli con 350mila coloni musulmani dell'Anatolia, distruggendo o trasformando gran parte delle chiese in moschee. Abbiamo chiuso gli occhi quando Erdogan ha elogiato Hamas come campione di libertà e definito Israele uno Stato terrorista. Non abbiamo detto nulla quando in Turchia sono stati barbaramente assassinati dei religiosi cristiani, tra cui i nostri connazionali don Andrea Santoro e monsignor Luigi Padovese.

Possibile che gli Stati Uniti continuino a puntare su questa Turchia sempre più islamizzata, pur di averla in seno alla Nato, quando la minaccia comune del terrorismo islamico globalizzato la potremo vincere solo alleandoci con la Russia di Putin? Possibile che l'Unione Europea che vuole a tutti i costi l'adesione della Turchia sostenendo che ciò ne garantirebbe la laicità, non si renda conto che continuando a rifiutarsi di guardare in faccia alla realtà sarà più facile che siano i turchi a islamizzarci?

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