Una nuova tegola sul "Green Deal" europeo. La Polonia fa ricorso alla Corte di Giustizia Ue

Varsavia: "Violate le competenze degli Stati, Bruxelles non può interferire"

Una nuova tegola sul "Green Deal" europeo. La Polonia fa ricorso alla Corte di Giustizia Ue
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Una nuova tegola si abbatte sul Green Deal europeo dopo le fibrillazioni sulla legge per il ripristino della natura e le proteste sempre più numerose di agricoltori, imprenditori, allevatori e cittadini contro le ecofollie europee. La Polonia ha presentato un ricorso alla Corte Europea di Giustizia contro una delle misure contenute nel Fit for 55, il pacchetto climatico dell'Ue teso a raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del piano verde. Lo ha annunciato ieri su Twitter il ministro per il Clima polacco Anna Moskwa secondo cui «continua la lotta per gli interessi polacchi nella Ue!». Già nelle scorse settimane il governo di Varsavia aveva a più riprese espresso l'intenzione di fare ricorso contro alcuni provvedimenti del Fit for 55.

La Moskwa ha spiegato che «in accordo con le nostre precedenti dichiarazioni, la Polonia ha presentato il suo primo ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro uno dei documenti contenuti nel pacchetto» in merito al regolamento Lulucf sull'uso del suolo e alla silvicoltura. Nel ricorso si «indica che il regolamento è stato adottato su base giuridica sbagliata, violando le competenze degli Stati membri, interferendo con il modo in cui si gestiscono le foreste, nonostante l'assenza di competenza della Ue in questo settore».

La revisione del regolamento relativo al settore Lulucf (uso del suolo e settore forestale) è stata approvata dall'europarlamento a marzo e prevede che entro il 2030 il comparto dovrà garantire l'assorbimento di 310 megatonnellate di Co2, il 15% in più rispetto ad oggi con obblighi vincolanti per tutti gli Stati membri. Nonostante si sia parlato meno di questo regolamento (arrivato in concomitanza con la direttiva green sulle case), la portata per il settore agroforestale è ingente. L'obiettivo dichiarato è quello di «migliorare la protezione e la gestione dei terreni e delle foreste in tutta l'Ue e sfruttare appieno il potenziale di assorbimento delle emissioni».

Nel quinquennio 2026/2030 gli assorbimenti di Co2 dovranno superare le emissioni e ogni Stato Ue dovrà avere un proprio obiettivo nazionale vincolante, nel caso dell'Italia il regolamento stabilisce un aumento di poco meno del 10% degli assorbimenti netti dei gas serra rispetto al 2016-2018. Secondo le proiezioni, lo stato dell'Ue che oltre all'Italia dovrà diminuire di più le emissioni e aumentare gli assorbimenti nel 2030, sarà proprio la Polonia.

In attesa dell'esito

del ricorso c'è senza dubbio un dato politico: la Polonia è in piena campagna elettorale per le elezioni autunnali e le politiche ambientali europee non sono viste di buon occhio da una fetta consistente della popolazione.

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